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Cultura

La Venere degli stracci alla Fabbrica delle E di Torino

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«Nella Venere degli stracci io vedo una provocazione politica. Provocazione forte perché in quest’epoca le povertà sono cresciute a dismisura, hanno toccato livelli mai visti nella storia. E gran parte dell’umanità vive da “stracciona”, privata di dignità, di lavoro, di libertà. In quegli stracci io vedo le moltitudini dei migranti, dei rifugiati, degli esclusi. Persone che in questa “Fabbrica” del Gruppo Abele sono di casa». Con queste parole, il fondatore dell’associazione Gruppo Abele, don Luigi Ciotti, riassume le motivazioni per cui l’opera La Venere degli Stracci, – ideata nel 1967 da Michelangelo Pistoletto e in grado di attraversare le epoche e la Storia reinterpretandole – è approdata nella “casa” del Gruppo Abele, la Fabbrica delle E, con sede in corso Trapani 91/b a Torino: uno spazio che costruisce reti, relazioni, scambi e incontri, in cui la bellezza e l’arte si incrociano con le storie di uomini e donne, bambini e adulti, italiani e migranti. Proprio per questo è luogo ideale per ospitare la Venere itinerante in luoghi di frontiera e di accoglienza delle sofferenze umane, ma anche animati da speranze e segnali di futuro.
Il progetto è reso possibile dalla collaborazione del Gruppo Abele con il Dipartimento Educazione Castello di Rivoli, che da tempo condivide con Michelangelo Pistoletto, Cittadellarte e la Rete Ambasciatori Terzo Paradiso un percorso culturale e di ricerca, volto a superare i confini tra arte e vita – attitudine che accompagna Pistoletto da sempre.
In particolare la Venere degli stracci – opera simbolo dell’Arte Povera e icona della cultura di consumo contemporanea – negli ultimi anni è già stata accolta in luoghi simbolo di emergenza sociale, come l’Isola di Lampedusa, il MAAM Museo dell’Altro e dell’Altrove di Roma, la città di Ventimiglia con il complesso delle Gianchette.
«Vedo in quella Venere – prosegue don Ciotti – la bellezza che potrebbe sorgere se fossimo in grado di accoglierli, di ospitarli come fratelli in una società giusta e solidale. Imparando a riconoscere gli altri non solo fuori e attorno a noi, ma dentro di noi. Sentendo sulla nostra pelle le loro ferite e le loro speranze».
Anna Pironti, Responsabile Capo del Dipartimento Educazione Castello di Rivoli, afferma «Già sul finire degli anni ‘60, la Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto apriva a una diversa prospettiva artistica, creativa ma anche politica. La Venere, rinunciando ad esibire il suo primato estetico, proponeva una nuova visione dell’arte, della vita e della responsabilità sociale, connessa alle pratiche artistiche. Dopo mezzo secolo l’opera mantiene inalterata la sua grandezza, l’aderenza al termine contemporaneo, l’adesione al contesto sociale e alla storia: tutto questo può essere inteso come il prodotto autentico dell’Arte Contemporanea».

La Venere degli Stracci resterà alla Fabbrica delle E fino alla fine di dicembre, con un ricco calendario di incontri e iniziative.
L’evento è condiviso con Dipartimento Educazione Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Cittadellarte – Fondazione Pistoletto e Rete Ambasciatori
Terzo Paradiso.

La sala è sold out, ma si potrà seguire l’iniziativa in streaming sul canale Facebook @GruppoAbele Onlus

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