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Rapporto Circonomìa: Piemonte e Nord Italia hanno l’economia più green d’Europa

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Il Piemonte, in generale il nord-ovest e tutto il nord dell’Italia, hanno l’economia più “green” d’Europa. Sono l’eccellenza nell’economia circolare, più ancora di Paesi come la Germania, la Svezia e l’Olanda, abitualmente celebrati come i più avanzati quanto a sostenibilità ambientale e capacità di eco-innovazione delle rispettive economie.

Questo dato all’apparenza sorprendente si ricava con evidenza dai numeri del Rapporto elaborato da Circonomìa, il Festival dell’economia circolare e delle energie dei territori, in occasione della sua quinta edizione, e presentato oggi ad Alba, alla presenza tra gli altri del Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, del vice presidente di Morgan Stanley Domenico Siniscalco, della vicepresidente della regione Emilia Romagna Elly Schlein e del presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci. Lo studio è stato curato da Duccio Bianchi, fondatore dell’Istituto di ricerche Ambiente Italia e curatore del Rapporto annuale sullo stato dell’ambiente di Legambiente.

In particolare, il nord-ovest è primo in Europa per consumo interno di materia – procapite (8 ton/ab) e per unità di Pil (231 ton/Mpil) – nonché per tasso di riciclo sul totale di rifiuti prodotti (77,7%), e si colloca nelle prime posizioni anche per quota di motorizzazioni alternative a benzina e diesel (metano, Gpl, ibrido, elettrico) sul parco auto (8,1%) e per consumi finali di energia per unità di Pil (66 ton/Mpil).

Dallo studio emerge che le prestazioni di economia circolare sono eccellenti, in rapporto all’Europa, per tutta l’Italia, anche grazie a una significativa spinta all’ecoinnovazione da parte delle imprese che riguarda il nord come il sud. L’Italia vanta le migliori prestazioni tra i grandi paesi della UE in termini di consumi di energia primaria (sia procapite che per unità di Pil) e di tasso di rinnovabili. Ma per il centro e soprattutto per il sud dipende largamente dai bassi livelli di produzione e di consumo: le regioni meridionali, insomma, premono meno sull’ambiente perché più povere, mentre quelle del nord Italia si collocano ai primi posti in Europa sia per sostenibilità ambientale che per prosperità economica.

Lo studio presentato da Circonomìa mostra poi una rilevante contraddizione. Da una parte il nord, e su vari terreni tutta l’Italia, si affermano come leader europei dell’economia circolare, dall’altra l’intero Paese arretra da anni, nel confronto con il resto d’Europa, sul piano degli indicatori squisitamente socio-economici: reddito procapite, povertà, tassi occupazionali, divari di genere e di generazione. Basti dire che il Pil procapite a prezzi costanti (euro/ab) tra il 2008 e il 2018 scende in tutte le macroregioni italiane mentre cresce in Germania, Francia, Olanda, Regno Unito, Spagna e nell’Europa a 28.

L’auspicio è che l’impegno del tutto eccezionale messo in campo dall’Europa per rispondere alla crisi sanitaria che stiamo vivendo e sostenere la ripresa post-Covid, sia messo a frutto dall’Italia per sanare la contraddizione, nel lungo periodo insostenibile, tra declino economico e corsa all’economia circolare. A oggi vantiamo una posizione di forza in uno dei due ambiti dello sviluppo – l’altro è l’economia digitale – cruciali per il futuro: l’economia circolare e la decarbonizzazione, froniere urgenti e decisive per fermare la crisi climatica e combattere i grandi fenomeni di inquinamento. Per consolidare questo primato dobbiamo fare in modo che benessere ambientale, benessere economico, equità sociale crescano insieme.

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