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Quanto ci costa internet in termini di energia?

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La rivoluzione digitale a cui abbiamo assistito negli ultimi anni e che è tuttora in atto ha profondamente cambiato le nostre vite, le nostre priorità e le nostre esigenze. La qualità della nostra vita per molti aspetti è migliorata, ma l’utilizzo di tutto ciò che ha a che fare con la tecnologia ha un costo in termini di energia e inquinamento. Ma quanto costano internet e il web in termini di energia? Quali gli effetti sull’ambiente e quali soluzioni possono essere adottate per far sì che l’impatto di internet in termini ambientali vada a calare nei prossimi anni?

L’impatto dello streaming

Il web ha un costo e un impatto in termini ambientali non indifferente. Per funzionare, il web ha bisogno di enormi quantità di energia che servono per l’alimentazione e il raffreddamento di server e computer sempre più potenti, satelliti, sterminate reti di cavi e fibra; buona parte di questi strumenti serve per la riproduzione in streaming. Solo nel nostro Paese nel periodo natalizio l’utilizzo dello streaming ha subito un incremento di circa il 300%, passando dagli 2,8 milioni di ore del 2019 ai 6,5 del 2020. Parliamo di uno dei fenomeni dell’intrattenimento che negli ultimi anni è cresciuto maggiormente e non solo grazie a piattaforme di riproduzione come Amazon e Netflix: lo streaming viene utilizzato sempre più spesso in ogni settore e, partendo dai videogiochi sino ad arrivare al gioco d’azzardo, la riproduzione di video online riscuote un enorme successo. Basti pensare che negli ultimi anni il successo dei casinò online che offrono anche il gioco in streaming è stato tale che sempre più siti come Casinos.it mettono a disposizione degli utenti la propria esperienza e le proprie capacità per “guidare” gli utenti nell’esperienza di gioco a poker, slot e roulette, mediante recensioni e comparazioni tra i vari portali di gioco.

La questione richiede un approccio critico e serio

Ma quanto inquina il web? Questa interessantissima questione è stata affrontata recentemente dalla nota giornalista Milena Gabanelli, ex conduttrice della trasmissione Report, che da qualche anno collabora con il Corriere della Sera. Ebbene, stando a quanto è emerso nell’inchiesta pubblicata nella rubrica “Data Room”, scopriamo che nel 2008 le tecnologie utilizzate per l’utilizzo di internet, ovvero per l’invio e l’elaborazione di dati via web, ha contribuito alle emissioni di CO2 per il 2%, dato trasformatosi nel 3,7% nel 2020 e che arriverà all’8,5% nel 2025. Tanto per intenderci, tali cifre in termini di emissioni equivalgono a quelle immesse nell’atmosfera dalla totalità dei veicoli leggeri in circolazione in tutto il mondo.

Va da sé che il problema della sostenibilità energetica del web ha ormai assunto un’importanza fondamentale all’interno della nostra società e sono già al vaglio diverse soluzioni per far sì che anche l’energia utilizzata per il funzionamento di internet sia verde. Un esempio virtuoso in tal senso è sicuramente rappresentato dal termovalorizzatore di Torino, con la città piemontese che sulla scia di quanto avviene da anni in altri paesi europei ha deciso di fare dei rifiuti una risorsa, con benefici enormi in termini economici anche per gli stessi cittadini che pagano molte meno imposte rispetto al passato.

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