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Confindustria Piemonte, tornare a crescere del 3% l’anno

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Tornare a crescere del 3% l’anno, aumentando il Pil regionale di 42 miliardi. Sono questi gli obiettivi che fissa il Piano industriale del Piemonte realizzato da Confindustria Piemonte e presentato oggi al Presidente della Regione Alberto Cirio, proseguendo il percorso di confronto e condivisione iniziato a settembre 2020. Un “open plan” da integrare e aggiornare periodicamente, che vuole essere anche uno strumento di lavoro per concordare, in primis, con l’Unione Europea i filoni prioritari di sviluppo e finanziamento.

Un piano aperto che vuole essere anche uno strumento di lavoro per concordare, in primis con l’Unione Europea, i filoni prioritari di sviluppo e finanziamento. Automotive, agrifood, aerospaziale e tessile i settori chiave.

“La programmazione europea – spiega Cirio – ha sempre avuto un Piano di sviluppo rurale, ma non un Piano di sviluppo industriale. La conseguenza è che ogni settore, agricoltura, industria, artigianato, è rimasto in compartimenti stagni. Per questo il lavoro che Confindustria ci ha presentato, concreto e ingegneristico, è prezioso. E’ il primo passo di un importante dialogo che, da giovedì, faremo con tutto il territorio, per definire insieme le priorità che guideranno le politiche economiche nei prossimi 10 anni. Da una parte la programmazione 2021-2027 e, dall’altra, il Recovery Plan: entro aprile il Governo dovrà trasmettere all’Europa il Piano di investimenti e noi entro marzo manderemo a Roma le nostre linee di indirizzo, che saranno condivise con i nostri sindaci e imprenditori”.

“Oggi diamo seguito al percorso di confronto iniziato a settembre – commenta il presidente di Confindustria Piemonte, Marco Gay – con un Piano industriale che mette il treno Piemonte sui binari giusti. Serve una visione europea. Il ritardo accumulato pesa sulla nostra capacità di competere, di crescere ed essere attrattivi. Nei prossimi anni si può recuperare, partendo dagli investimenti e dalla capacità di sviluppare un partenariato pubblico-privato, che deve essere in grado far crescere l’industria piemontese e attrarre investimenti da fuori”

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