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Consiglio comunale di Torino contro la Regione Piemonte sul provvedimento antiaborto

Vincenzo Spinello

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Il Consiglio comunale interviene in materia di diritto di salute della donna nell’ambito delle tutele garantite dalla Legge sull’aborto, la numero 194 del 1978.
Oggi pomeriggio, 15 marzo, la Sala Rossa ha approvato un Ordine del giorno , che chiede il ritiro di un atto della Regione Piemonte, la determina 1489 del 2020. L’atto di indirizzo del Consiglio comunale è stato approvato con trentuno voti favorevoli e tre astensioni.
La contrarietà all’iniziativa istituzionale della Regione è riferita a un provvedimento che “pone in discussione non solo la laicità dell’attività dei consultori, ma la stessa deontologia del lavoro dell’equipe che segue la donna portatrice di diversi bisogni socio-sanitari come previsto dalla legge istitutiva dei Consultori familiari del 1975.”

L’atto del Consiglio comunale invita la sindaca e la giunta a interloquire con chi di dovere per garantire il diritto alla salute della donna, la sua piena autodeterminazione attraverso la libertà di scelta sancita dalla Legge 194, la laicità dei diritti, la laicità dello Stato e il lavoro pluriennale dei Consultori e del personale sanitario che vi opera.
Il Consiglio comunale chiede che venga assicurato l’accesso gratuito ai contraccettivi per le cittadine ed i cittadini di età inferiore a 26 anni e per le donne di età compresa tra 26 e 45 anni con esenzione E02 (disoccupazione) o E99 (lavoratrici colpite dalla crisi) nel post IVG (entro 24 mesi dall’intervento) e nel post partum (entro 12 mesi dal parto) così come stabilito con la deliberazione n. 300/2018 della Regione Piemonte.

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