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Cronaca

Malamovida a San Salvario, 1,2 milioni di euro di risarcimento dal Comune di Torino ai residenti

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Un milione e 200mila euro. E’ quanto dovrà pagare il Comune di Torino a un gruppo di residenti del quartiere San Salvario come risarcimento per il rumore della movida che imperversava per le strade. 

La causa era stata intentata tre anni fa da 29 persone residenti nelle zone tra corso Vittorio Emenuele II, via Nizza, corso Marconi e via Madama Cristina; e, ovviamente, largo Saluzzo.

Ieri la sentenza del giudice Rosanna Musa è stata deposita.

In particolare, il consulente tecnico d’ufficio ha accertato – mediante specifiche rilevazioni fonometriche che hanno interessato ciascuna abitazione dei ricorrenti – l’ampio superamento dei limiti di legge nonché del limite differenziale del rumore notturno ed ha identificato l’origine principale dei rumori “nelle urla, negli schiamazzi e nel parlato ad alta voce che scaturisce dal flusso massiccio e costante di persone che transitano, stazionano e intralciano le vie e il largo Saluzzo e di avventori dei locali commerciali in genere”.

Secondo il giudice, “nel periodo tra il 2013 e il 2020 il Comune ha omesso di adottare provvedimenti idonei a contenere il fenomeno della movida, violando così il diritto alla salute, al riposo e alla tranquillità notturna dei residenti. Da qui, la condanna al risarcimento del danno: seimila euro per ogni anno in cui i cittadini sono stati costretti a vivere in balia della malamovida”.

L’amministrazione comunale sta ora valutando di fare appello.

“I problemi collegati alla movida – evidenziano da Palazzo Civico – non sono riconducibili esclusivamente alla mancata adozione di un Piano dell’inquinamento acustico, come affermato nella decisione del tribunale, ma hanno carattere ben più ampio, con aspetti di ordine pubblico e di tutela delle attività economiche del territorio”.  L’amministrazione ricorda inoltre che in tema di movida “la Città di Torino ha adottato nel tempo ordinanze e regolamenti e anche stipulato accordi con associazioni di categoria del commercio”.

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