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Tragedia di piazza San Carlo, per i giudici Appendino ha tenuto “un approccio frettoloso, imprudente e negligente”

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Secondo le motivazioni della sentenza sulla tragedia di piazza San Carlo del giudice Maria Francesca Avenavoli del tribunale di Torino, la sindaca Chiara Appendino ha tenuto “un approccio frettoloso, imprudente e negligente”. Il 3 giugno del 2017 durante la proiezioni in piazza della finale di Champions League tra Juve e Real Madrid la folla in panico aveva portato a più di 1.600 feriti e alla morte di due donne, Erika Pioletti, deceduta dieci giorni dopo e Marisa Amato, mancata nel 2019 dopo essere rimasta tetraplegica.

Nonostante Appendino avesse la delega agli eventi ha lasciato l’incombenza al capo di gabinetto Paolo Giordana tutta l’organizzazione dell’evento. Ha dunque “commissionato” l’evento per poi disinteressarsi “di tutti gli aspetti operativi”. La prima riunione organizzativa fu indetta il 26 maggio a solo una settimana dall’evento. “Ritiene questo giudice – si legge nelle motivazioni della sentenza – che di fronte a tempi strettissimi, un budget incerto, un organizzatore privo di specifiche esperienza nel settore, e considerata la terribile stagione terroristica che l’Europa stava vivendo e che colpiva soprattutto in occasione di raduni con grande partecipazione di pubblico, la manifestazione avrebbe dovuto essere monitorata da vicino da chi ha voluto realizzarla”.

Oltre ai 18 mesi presi dalla sindaca, sono stati condannati anche l’ex capo di gabinetto Paolo Giordana, l’allora questore Angelo Sanna, l’ex presidente di Turismo Torino Maurizio Montagnese, ed Enrico Bertoletti, professionista che si occupò di parte della progettazione.

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