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Torino, semafori senza segnalatori acustici segnati con bollini rossi, “Alla Cieca”, il progetto di Emalloru per dare voce ai non vedenti

Sergio Lanzillotta

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E’ l’ambiente che crea la disabilità! Sensibilizzare tutte le amministrazioni comunali a implementare l’uso dei semafori acustici per agevolare i non vedenti alle più comuni pratiche quotidiane. Un messaggio chiaro e netto quello che Emanuele Malloru, in arte Emalloru, videomaker – imprenditore – influencer – youtuber, ha voluto diffondere con il suo ultimo video “Alla cieca”.

Il video fa parte del suo ultimo progetto che lo porterà  a vivere in 12 città italiane in 12 mesi.

Alla cieca

Si dice che il colore dei non vedenti non sia il nero, ma il blu. Vero che sia, di certo c’è che tra le strade di Torino, Emalloru ha voluto raccontare insieme a Dajana, “ragazza totalmente cieca che guarda i miei video”, gli ostacoli in cui incorrono quotidianamente i non vedenti e gli ipovedenti. 

A quel punto, insieme a 1400 volontari, Emalloru ha dato il via “all’atto vandalico sociale più grande d’Italia”: in tutti i semafori di Torino che non presentavano segnalatori acustici sono stati affissi bollini rossi di “denuncia”: tre icone di un occhio barrato sovrapposte l’una sopra l’altra a richiamare un semaforo rosso e le scritte “Per qualcuno questo semaforo è sempre rosso” e “Qua manca il segnalatore acustico, come ca**o fanno i ciechi e gli ipovedenti?!”.

Un modo per dare voce alle circa 300mila persone cieche in Italia e il milione e mezzo di ipovedenti.

Inoltre Emalloru ha voluto inviare una lettera aperta a tutti i 7904 comuni italiani: “Se la vista non è un vostro problema – scrive –  sarà un piacere ricordarvi ogni singolo giorno, con le città tappezzate di bollini rossi, che per qualcun altro invece lo è”.

Un piccolo (ma neanche tanto) gesto che ha già smosso diversi comuni italiani in cui, fin da subito, sono comparsi i segnalatori acustici per dare finalmente “la possibilità di vivere una vita normale nella diversità” ai non vedenti ” perché “nessuno deve rimanere indietro né tantomeno travolto a un incrocio”.

 

 

 

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