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Cronaca

A processo per doping ai cavalli i titolari di una scuderia di Pinerolo

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I titolari della scuderia-maneggio Dogonda di Pinerolo dovranno rispondere di frode sportiva, esercizio abusivo della professione veterinaria e maltrattamento di animali nel processo che si aprirà il 6 dicembre 2022.

I due, padre e figlio, sono accusati di aver dopato i cavalli della propria scuderia per ottenere risultati migliori nelle competizioni. A sostenere l’accusa sarà il procuratore aggiunto Vincenzo Pacileo, che ha coordinato le indagini del Nas. Al processo è stata ammessa come parte civile la Fise (Federazione italiana sport equestri). Respinte invece le richieste del Comitato olimpico nazionale italiano e di tre enti: l’Anpana (Associazione nazionale protezione animali, natura e ambiente), il Nogez (Nucleo operativo guardie eco zoofile) e la Horse Angel Odv.

L’inchiesta era partita nell’ottobre 2020, dopo un controllo antidoping al termine del concorso ippico nazionale di Abbadia Alpina, nel Torinese. Vennero trovati valori alterati nelle urine dei cavalli, diversi medicinali a uso veterinario e alcune siringhe nei box di stazionamento. Quel giorno la scuderia vinse quattro gare.

A febbraio, durante una perquisizione al maneggio, vennero trovati ulteriori medicinali e 60 cavalli vennero sequestrati. Secondo la difesa potrebbe esserci stata negligenza ma non c’è stato alcun tipo di inoculazione di sostanze vietate.

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