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Cronaca

Carceri, dall’inizio della pandemia in Piemonte circa mille detenuti positivi al COVID-19

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I garanti ci riportano dati allarmanti sull’emergenza Covid nelle carceri piemontesi: dall’inizio della pandemia ci sono stati circa mille casi, su una capienza delle strutture di più di 3000 unità e una presenza stabile che va oltre le 4000.

Ma il tema della salute è molto più ampio: la dottoressa Gallo, spiega il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, ha affermato che il 65% dei colloqui che i detenuti hanno con i garanti riguarda problemi sanitari, dalla logistica e dagli errori frequenti legati a esami e visite, alle attese di anni per una protesi dentaria, alle diagnosi effettuate da infermieri non preparati in modo specifico a valutare lo stato di persone detenute e malate, all’assenza di un servizio per chi presenta doppia diagnosi di uso di stupefacenti e disturbo comportamentale”.

“L’ormai notissima vicenda del Sesante al Lorusso e Cutugno ha mostrato un problema nel problema” – prosegue Grimaldi: – “non saranno ristrutturazioni delle sezioni a risolvere il costante rischio di sottoporre le persone private della libertà a trattamenti disumani e degradanti. Spesso risulta molto problematico garantire un effettivo diritto alla salute all’interno delle carceri. Vale per la gestione del Covid, ma vale per tutte le patologie e in particolare per le tante forme di disagio psichiatrico. Senza svuotamenti, pene e percorsi alternativi non risolveremo il problema alla radice. Senza interventi che tengano conto dell’immensa popolazione del carcere di Torino – come per esempio una farmacia interna – continueranno disagi e disservizi. Per non dire” – conclude Grimaldi – “del CPR, dove manca un presidio sanitario pubblico interno e urge un nuovo protocollo d’intesa fra Regione e Ministero per definire la presa in carico sanitaria dei trattenuti. Posto che si tratta ormai di un luogo in cui nessuno entra e da cui nessuno viene rimpatriato – come confermato dalla garante Gallo. A che pro dunque?”.

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