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Il Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari: iodoprofilassi, riparo in casa, monitoraggio prodotti agroalimentari

Redazione Quotidiano Piemontese

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L’emergenza legata alla situazione della guerra in corso fra Russia e Ucraina ha indotto il Il Governo italiano ha preporre alla Conferenza Unificata la bozza del nuovo Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari per fronteggiare eventuali incidenti a impianti in Paesi esteri: ecco cosa prevede.

Il Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari individua e disciplina le misure necessarie per fronteggiare gli incidenti che avvengono in impianti nucleari al di fuori del territorio nazionale, che possono richiedere azioni di intervento coordinate a livello nazionale.

Nel documento sono riportate le azioni che le autorità statali e locali devono intraprendere per limitare gli effetti della diffusione di una eventuale nube radioattiva e le procedure per l’attivazione e il coordinamento delle principali componenti del Servizio Nazionale.

Il Piano impone come misure necessarie per i cittadini di restare all’interno delle abitazioni, tenere porte e finestre chiuse e sistemi di ventilazione spenti oltre a iodoprofilassi, monitoraggio della contaminazione personale, controllo della filiera produttiva con possibili fermate alla commercializzazione di prodotti agroalimentari, limitazione all’importazione di beni e derrate alimentari.

Il piano si compone di 3 fasi in base all’evoluzione dello scenario incidentale considerato che fanno riferimento a vari tipi di incidente.

L’indicazione di restare in luoghi chiusi è comunicata alla popolazione dal Dipartimento della Protezione Civile.

Nelle aree interessate devono essere attuate in via precauzionale una serie di ulteriori misure protettive come blocco cautelativo del consumo di alimenti e mangimi prodotti localmente come verdure fresche, frutta, carne, latte, blocco della circolazione stradale, misure a tutela del patrimonio agricolo e zootecnico.

Le autoritá competenti devono fare comunicazioni tempestive alla popolazione con il tempo di inizio e la durata della misura di riparo al chiuso, istruzioni specifiche alle scuole, far fronte ai bisogni primari della popolazione come cibo, acqua, assistenza sanitaria, energia.

Per la iodoprofilassi occorre una efficace misura di intervento per la protezione della tiroide, inibendo o riducendo l’assorbimento di iodio radioattivo, nei gruppi sensibili della popolazione.

Secondo il documento il periodo ottimale di somministrazione di iodio stabile è meno di 24 ore prima e fino a due ore dopo l’inizio previsto dell’esposizione fino a otto ore dopo l’inizio stimato dell’esposizione.

La iodoprofilassi è prevista per le classi di età da 0 a 17 anni, da 18 a 40 anni e per le donne in stato di gravidanza e allattamento.

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