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Venaria Reale revoca la cittadinanza onoraria a Silvia Baraldini, ARCI: stupore e rammarico

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Riceviamo e pubblichiamo un comunictao dell’ARCI di Venaria relativo alla revoca della cittadinanza onoraria a Silvia Baraldini:

È con stupore e grande rammarico che apprendiamo della revoca della cittadinanza onoraria a Silvia Baraldini da parte del Consiglio Comunale di Venaria Reale. Non si comprende, né si evince dalla registrazione dei lavori del Consiglio, cosa abbia fatto dal 2007 ad oggi Silvia Baraldini per meritare la revoca di quel riconoscimento, che era in tutto e per tutto finalizzato a stigmatizzare la chiara violazione dei diritti civili da lei subita negli Stati Uniti, che ha portato fra l’altro ad una lunghissima detenzione, chiaramente sproporzionata rispetto alle accuse.

Ancora ieri la sezione ANPI di Venaria Reale aveva chiesto il ritiro della mozione presentata dalla maggioranza di Centrodestra, ricordando che Silvia Baraldini fu condannata a 43 anni di carcere per “concorso in evasione incruenta e cospirazione”, pur non avendo commesso nessuna azione armata o violenta, e che “ha passato 19 mesi nel carcere di massima sicurezza di Lexington: un’unità carceraria chiusa nel 1988 grazie all’intervento di Amnesty International perché violava i diritti umani”, e fu sottoposta per tre mesi alla tortura del sonno con la sveglia ogni venti minuti.

Nel 2007 come ARCI avevamo collaborato con l’amministrazione venariese, con il Sindaco Nicola Pollari e il Presidente del Consiglio comunale Franco Izzo, ad organizzare la cerimonia di consegna, durante la quale intervenne l’Onorevole Pasqualina Napoletano, ed un incontro pubblico a Collegno presso la Villa5. E ancora ricordiamo il picchetto per nulla pacifico dei militanti di destra che tentò di irrompere nella sala dove avveniva la cerimonia e ci costrinse poi ad uscire dal retro del Palazzo civico. Non fu, come ha detto qualcuno in Consiglio, una “provocazione” l’assegnazione della cittadinanza onoraria a chi, suo malgrado, era diventata simbolo dell’impegno contro le ingiustizie e le violazioni dei diritti civili, ma la pessima “accoglienza” riservata ad una così importante cerimonia pubblica da parte di un piccolo gruppo di attivisti.

Dopo 15 anni pensiamo che l’impegno contro le violazioni dei diritti civili non debba – nemmeno simbolicamente – fare un passo indietro, non crediamo abbiano senso le cittadinanze onorarie “a scadenza” o che queste debbano essere oggetto di “spoils system” a seconda del colore politico delle maggioranze che via via vincono le elezioni amministrative.

Se quel provvedimento era stato in qualche modo “divisivo”, con questo voto – che è evidentemente anche un’offesa a Silvia Baraldini – il Consiglio comunale si rimangia un atto che simbolicamente rappresentava un impegno per i diritti di tutte/i.

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