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Cronaca

Lagioia: Salman Rushdie aveva rinunciato alla scorta perché non ne poteva più

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Nicola Lagioia, direttore del Salone Internazionale del libro di Torino, ha pubblicato sui suoi profili social una riflessione sull’0aggressione avvenuta ieri a New York nei confronti di Salman Rushdie:

Ieri Salman Rushdie è stato accoltellato nello stato di New York, poco prima di prendere la parola a un convegno del “Chautauqua Summer Arts Festival”. Avrebbe parlato degli “Stati Uniti come asilo per scrittori e altri artisti in esilio, e come casa per libertà d’espressione creativa”. Operato, rischia un occhio, è attaccato a un respiratore, non si capisce quanto le sue condizioni siano critiche. Il suo aggressore si chiama Hadi Matar, ha 24 anni, vive nel New Jersey. Stando alle agenzie delle ultime ore è probabile che sia un cane sciolto, e quasi certamente è un estremista religioso. Dunque, la fatwa di Khomeini del 1989.
Salman Rushdie aveva rinunciato alla scorta perché non ne poteva più. Ha scritto libri che molti di noi hanno amato. “I figli della mezzanotte” è un classico della letteratura del secondo Novecento, resterà a lungo. Mentre aspettiamo speranzosi i bollettini medici, andrebbe ricordato che Salman Rushdie, come scrittore, è un perfetto oggetto d’odio per i fanatici. La sua letteratura si basa, tra le altre cose, su ironia e molteplicità. L’ironia ride di ogni nostra aspirazione alla purezza. La molteplicità, offrendo cittadinanza narrativa, e dignità, a molti punti di vista (e personaggi) contemporaneamente, frustra la pretesa che esista una sola verità. Ci interessa il punto di vista di Lucia Mondella. Ma quello di Raskólnikov non ci è alieno.
Il fondamentalismo religioso è uno schifo. Ma l’epoca rischia di essere fanatica anche fuori dalla religione. Lunga vita a Salman Rushdie.

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