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Salute

Gli antinfiammatori in fase precoce riducono le ospedalizzazioni da COVID-19 oltre l’85%

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Le ospedalizzazioni da COVID-19 e in generale la persistenza dei sintomi sono dovute principalmente alla flogosi. È, infatti, l’infiammazione a causare la morte e non il virus in sé. Pertanto, una terapia con antinfiammatori, in particolare quelli non steroidei (FANS) in fase precoce riduce le ospedalizzazioni dell’85-90%.

Questo il risultato di uno studio dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e dall’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo pubblicato su Lancet infectious diseases. Il lavoro esamina cinquemila pazienti di studi tra il 2020 e il 2021 pubblicati su riviste scientifiche di valore.

L’analisi dei ricercatori Giuseppe Remuzzi, Fredy Suter, Norberto Perico e Monica Cortinovis, riportato sul Corriere della Sera, non considera solo le ospedalizzazioni ma anche il tempo di risoluzione dei sintomi, ridotto dell’80%, e la necessità di supplementazione di ossigeno del 100% grazie alla terapia precoce con antinfiammatori.

Questo approccio, secondo le considerazioni del quotidiano, potrebbe essere portato avanti dai medici di famiglia, escludendo possibili interazioni con patologie o terapie in corso, riducendo così la pressione sugli ospedali nella prospettiva in autunno di un nuovo picco dei contagi.

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