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Caro energia, l’allarme di Federalberghi: “A Torino le strutture turistico-ricettive rischiano la chiusura”

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La ripresa economica del comparto turistico-ricettivo di Torino e della provincia dopo due anni di pandemia rischia di essere cancellata dai rincari dell’energia elettrica e del gas che si stanno verificando da mesi per effetto della situazione geopolitica e di evidenti speculazioni che si protraggono ormai da più di un anno e cioè da quando il costo dell’energia ha iniziato a salire senza alcun controllo. Senza un intervento di sostegno e alleggerimento da parte del governo e delle istituzioni locali, le strutture ricettive torinesi rischiano la chiusura per contenere i
costi come già accaduto nel 2020 per il Covid-19. A lanciare l’allarme sono Federalberghi Torino, Gruppo Turistico e Alberghiero – Unione Industriali di Torino e AssoHotel Confesercenti a margine di un incontro avvenuto questa mattina.

I rincari arrivati a luglio al 400% e, purtroppo, ancora non terminati (le prime bollette di agosto mostrano un aumento addirittura del 450%), che le imprese stanno subendo e subiranno nei prossimi mesi vanificheranno completamente i risultati positivi relativi ai flussi turistici e all’occupazione delle camere, annullando totalmente la ripartenza che aveva iniziato a intravedersi a partire dalla primavera di quest’anno, con picchi molto interessanti nel periodo maggio- agosto e buone prospettive anche per l’autunno, grazie agli eventi e alle manifestazioni ospitate in città.

Secondo i dati raccolti da Federalberghi Nazionale il costo medio per una struttura si attestava sui 120.000 euro (di cui 94.000 euro per l’energia elettrica e 26.000 per il gas) rischia di quadruplicare nei prossimi mesi. Per fare un esempio, a luglio 2021 un hotel leisure da 60 camere che pagava una bolletta dell’energia elettrica 8.000 euro, nel luglio 2022 ha pagato 34.000 euro. Il quadro, nei prossimi mesi, è destinato a peggiorare a causa dell’ulteriore aumento dell’energia e per l’attivazione del riscaldamento.

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