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Enogastronomia

Sono 134 le osterie del Piemonte inserite nella guida alle Osterie d’Italia di Slow Food 2023

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Nella nuova edizione di Osterie d’Italia sono 134 le osterie del Piemonte, di cui 7 novità e 26 chiocciole. Torna lo storico sussidiario del mangiarbere all’italiana, la trentatreesima edizione di Osterie d’Italia racconta la ristorazione italiana più autentica e di qualità attraverso le visite e le recensioni di più di 240 collaboratori sparsi in tutta Italia, in una rete fitta e capillare. La nuova edizione raccoglie 1730 indirizzi di osterie, agriturismi, enoteche con cucina e ristoranti segnalati per la cucina territoriale, la rigorosa selezione degli ingredienti e il prezzo giusto, e introduce tre nuovi simboli per raccontare in modo più ampio e dettagliato l’offerta dei locali recensiti: il simbolo del pane, assegnato alle osterie con un eccellente cestino del pane e di prodotti da forno, autoprodotti o reperiti da fornai di qualità; il simbolo dell’olio, ai locali che valorizzano l’olio extravergine d’oliva sia a tavola che in cucina, secondo una selezione oculata di prodotti d’eccellenza e rappresentativi del territorio; il riconoscimento del Bere Bene, assegnato a quelle osterie che offrono, accanto o in sostituzione a una valida proposta di vini, una selezione di bevande alcoliche e non – birre artigianali, distillati, cocktail ma anche succhi, estratti e infusi – scelti con attenzione e personalità.

Tra i riconoscimenti ottenuti dalle osterie della regione spicca il Premio Novità consegnato da Lucio Berta, responsabile di comunicazione di Reale Mutua, a Casa Colet – Monastero di Vasco (CN), con la motivazione: “i posti speciali si riconoscono subito e si riconoscono dai dettagli. Casa Colet è un luogo che unisce la produzione agricola e il valore, non scontato, di un autentico rapporto con la terra a una cucina perlopiù vegetale che, senza rinnegare le proprie radici, non ha paura di osare e di tracciare una nuova strada per la tradizione”.

Piemonte: la panoramica 2023

Come i primi caldi primaverili iniziano a sciogliere la neve che alimenta fiumi e pianure, così la spinta creativa della gastronomia di montagna sta portando dalle vette rinnovamento e novità a tutto il panorama delle osterie piemontesi. Se le grandi destinazioni turistiche, a partire dalla triade Langhe-Roero-Monferrato, passando per Torino, si confermano su standard molto alti, non c’è dubbio che questa edizione della guida affermi il fermento delle terre alte, intorno alle quali si sta sviluppando un movimento destinato a cambiare la geografia della cucina popolare di qualità. La crescita che negli ultimi anni ha interessato le produzioni di piccola scala, i birrifici artigianali e il turismo outdoor qualificato costituisce infatti lo scheletro di una ristorazione fatta di prodotto, di numeri ridotti, di attenzione maniacale alla stagionalità e alla prossimità. Più in generale, si può dire che convincono maggiormente i locali con menù corti, che cambiano frequentemente sulla base della reperibilità dei prodotti e che propongono un servizio flessibile e smart, di sostanza più che di forma.

Le chiocciole del Piemonte

Osteria dell’Arco – Alba (CN)
‘L Bunet – Bergolo (CN) – nuova chiocciola
Battaglino – Bra (CN)
Boccondivino – Bra (CN)
Fuorimano – Busca (CN) – nuova chiocciola
Reis Cibo Libero di Montagna – Busca (CN) – nuova chiocciola
Il Moro – Capriata d´Orba (AL)
Cacciatori – Cartosio (AL)
Madonna della Neve – Cessole (AT)
La Torre – Cherasco (CN)
Locanda dell’Arco – Cissone (CN)
La Speranza – Farigliano (CN)
Locanda Fontanazza – La Morra (CN) – nuova chiocciola
Lou Pitavin – Marmora (CN)
Repubblica di Perno- Monforte d´Alba (CN)
Cantina dei Cacciatori – Monteu Roero (CN)
Corona di Ferro – Saluzzo (CN)
Osteria della Pace – Sambuco (CN)
Del Belbo da Bardon – San Marzano Oliveto (AT)
La Coccinella – Serravalle Langhe (CN)
Impero – Sizzano (NO)
Antiche Sere – Torino
Consorzio – Torino
Osteria dell’Unione -Treiso (CN) – nuova chiocciola
Locanda del Falco – Valdieri (CN)
Paolino – Vercelli

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