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Cultura

Madame de Sade arriva al teatro Murialdo di Torino grazie al collettivo Cantieri Umani

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Debutta sabato 18 marzo, alle ore 21, al Teatro Murialdo di Torino (piazza Chiesa della Salute 17d) Madame de Sade di Yukio Mishima, portato in scena dal collettivo Cantieri Umani. Lo spettacolo sarà replicato domenica 19 alle ore 19.

Siamo nella Parigi del secondo Settecento. Sullo sfondo della Rivoluzione francese, tra il 1772 e il 1790, si dipanano le vicissitudini del controverso e spregiudicato Marchese de Sade, autore di Justine, La filosofia nel boudoir e Le 120 giornate di Sodoma. Lo scrittore e filosofo libertino non compare mai in scena, ma la sua figura anti-messianica incombe sulle vite della fedele moglie Renée, della famiglia di lei (la madre, Madame de Montreuil, e la sorella Anne) e del suo entourage (la contessa di Saint-Fond, la baronessa di Simiane e la cameriera Charlotte), facendo esplodere conflitti psicologici e morali, individuali e sociali.

Il Settecento viene interiorizzato dai personaggi nelle loro gabbie interiori, nelle relazioni dettate dal giudizio della società, dall’interesse, dalla distanza: ci si ritrova in un luogo senza tempo, parimenti antico e moderno, dove al centro risiede l’essere umano nelle sue contraddizioni e oscurità. Nella messa in scena non possono mancare, inoltre, incursioni nell’altro luogo ideale, il Giappone, potente contraltare culturale e terreno di analisi da parte dell’autore.
La trasposizione del potente e ponderoso testo di Mishima prevede, in molti punti, il superamento del piano realistico, realizzando atmosfere oniriche ed evocative che esplicitino i contenuti non solo del racconto di accadimenti, ma, soprattutto, quelli interni e psicologici, caratterizzati da una forma di alienazione psichica dei personaggi alla ricerca, tra aberrazioni e perversioni, di una forma di “santità”.

L’idea dello spettacolo è nata in seno al gruppo di ricerca teatrale internazionale EuAct, attraverso numerosi seminari e workshop cui le attrici partecipano attivamente da anni. Totalmente autofinanziato, il lavoro vede in scena, Elisa Ariano, Julie Blax, Alice Corni, Marcella Cortese, Manuela Marascio e Mara Scagli. Il progetto di regia è affidato a Paolo Antonio Simioni, fondatore di EuAct, e alla sua assistente, l’attrice e performer Alessia Pellegrino.
Dopo un primo studio allestito nella primavera del 2022, Cantieri Umani ha realizzato l’importanza di vestire i sei personaggi di Madame de Sade con abiti che evidenziassero i caratteri, le relazioni umane e le atmosfere psicologiche dell’opera. Pubblicato quindi un bando a ottobre per la ricerca di un costumista, il finanziamento alla realizzazione dei costumi, affidati a Luna Iemmola, ex allieva dell’Accademia di Belle Arti di Torino, è stato sostenuto da un progetto di crowdfunding online, che ha visto molti sostenitori. Le scenografie sono a cura di Delia Colannino.

l Marchese De Sade è stato condannato a morte, ma, grazie all’intervento di sua moglie Renée, è fuggito di prigione. La signora di Montreuil, madre di lei, supplica la contessa di Saint-Fond, amica del marchese, di intercedere presso il sovrano per ottenerne il perdono. Anne, sorella minore di Renée, rivela alla madre il luogo dove egli si nasconde e le confessa di essere la sua amante. La signora di Montreuil, furiosa contro il marchese per aver macchiato l’onore della famiglia, scrive al re per denunciarlo.
Sei anni dopo. Anne porta a Renée una lettera della corte di giustizia in cui si annuncia che il marchese è stato messo in libertà dietro pagamento di una semplice ammenda.
Renée si riappacifica con la madre, ma con l’arrivo della contessa di Saint-Fond si scopre che quella lettera risale a diversi mesi prima e che nel frattempo la signora di Montreuil l’ha fatto nuovamente incarcerare. Anne decide di abbracciare le abitudini sadiste della contessa e Renée rivela alla madre che il marchese aveva iniziato anche lei a tali pratiche.
1790, tredici anni dopo. Il marchese ha pubblicato un libro, Justine, in cui descrive le sue perversioni. Renée annuncia alla madre di volersi chiudere in convento. La signora di Montreuil cerca di farla desistere. Il marchese, infatti, è molto benvoluto dal popolo e il legame con lui potrebbe salvarle dal rischio di finire vittime della furia rivoluzionaria. Anne, che nel frattempo si è sposata, propone alla madre e alla sorella di unirsi all’emigrazione degli aristocratici per salvarsi la vita. Viene annunciato un mendicante, che in realtà è il marchese, uscito di prigione, ma Renée ordina di non farlo entrare.

Cantieri Umani
Da un’idea di Mara Scagli, sotto il nome di Cantieri Umani si sono unite sei artiste indipendenti attratte dal progetto di ricerca e produzione del testo Madame de Sade di Yukio Mishima. Le sei attrici hanno formazione ed esperienze diverse, che spaziano dal teatro alla musica, dalla danza  alla drammaturgia, fino alla regia. Si sono conosciute frequentando le masterclass di Paolo Antonio Simioni e  Alessia Pellegrino, maestri che insieme conducono seminari intensivi di Alta Formazione in Italia e in Europa. Condividendo lo stesso metodo, riescono a lavorare in modo proficuo, con un continuo scambio e arricchimento della propria creatività.
Sotto la guida dei due acting coach, le artiste hanno affrontato il testo sviluppando idee interpretative e portato alla luce diversi livelli di rappresentazione – dal realistico  all’evocativo fino all’onirico –, che coesisteranno in scena nel tentativo di presentare uno spettacolo sfaccettato e  intenso.
Ogni membro del gruppo sviluppa la propria ricerca artistica affidandosi al personaggio che gli è stato assegnato dal testo di Mishima; ciascun artista porta la propria poetica ad arricchire il progetto e, nel frattempo, cresce costantemente, scopre, approfondisce un metodo, definisce un linguaggio che, una volta condiviso, diventa la cifra stilistica del gruppo. Le sessioni di prove sono momenti di piena immersione nella ricerca e nulla, dal punto di vista attoriale, viene lasciato al caso.
Cantieri, in quanto luoghi di produzione professionale concreti, tangibili che hanno l’obiettivo di costruire; Umani, perché al posto di mattoni e cemento c’è l’uomo con gli  strumenti di cui è dotato: in scena ci sono esseri umani veri, frutto di una ricerca onesta e autentica di quelle che sono le dinamiche singole e collettive, spesso guidate da azioni  e stati emotivi in conflitto tra loro.

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