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Emergenza cinghiali: come diventare attuatori dei piani di controllo e Guardie Venatorie Volontarie

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Coldiretti Novara-Vco sempre più al fianco degli agricoltori per combattere l’emergenza cinghiali. La Federazione ha come obiettivo quello di snellire la burocrazia e permettere ad un numero sempre maggiore di agricoltori di conseguire l’abilitazione necessaria per difendere i propri terreni, costantemente devastati dagli animali selvatici.

La situazione è ormai da considerarsi insostenibile e in un momento decisamente complesso per l’agricoltura, messa in ginocchio dall’aumento dei prezzi a causa del conflitto in Ucraina, è fondamentale consentire alle imprese di poter svolgere il loro lavoro. Gli imprenditori agricoli devono essere tutelati e il territorio messo in sicurezza al più presto.

Per questo è importante conoscere le diverse disposizioni in materia di prevenzione dei danni causati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e le indicazioni operative alle Province sul controllo dei cinghiali in capo a proprietari o conduttori dei fondi.

In relazione alla legge della Regione Piemonte del 2019 firmata dall’allora Assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero i soggetti deputati all’attuazione degli interventi riguardanti il controllo del cinghiale sono: le guardie venatorie dipendenti dalle Amministrazioni Provinciali; i proprietari o conduttori dei fondi ai quali si attuano i piani medesimi, purché muniti di licenza per l’esercizio venatorio; le guardie forestali; le guardie comunali munite di licenza per l’esercizio venatorio.

Riguardo alla formazione di nuovi soggetti attuatori dei piani di controllo del cinghiale Coldiretti Vercelli-Biella ha organizzato negli anni quattro corsi, l’ultimo di questi si terrà a Santhià nel mese di aprile. L’obiettivo è quindi quello di aumentare il numero di agricoltori abilitati alla difesa dei propri terreni per proseguire il processo di depopolamento degli ungulati ed evitare il proliferarsi della Peste Suina Africana che, fortunatamente, al momento, non interessa i nostri territori.

In seguito al proliferarsi della Peste Suina Africana la Regione Piemonte, al fine di snellire la burocratizzazione e aumentare in modo significativo il numero dei soggetti idonei alla caccia, ha ordinato di ampliare l’elenco dei Coadiuvatori: proprietari o conduttori dei fondi appositamente formati e muniti di licenza di “porto di fucile ad uso caccia”, guardie venatorie volontarie e cacciatori nominativamente individuati in possesso di specifica formazione, affinché possano essere attuate operazioni di contenimento finalizzate anche al depopolamento per effetto di puntuale richiesta di intervento da parte dei proprietari o conduttori dei fondi interessati.

Oltre al corso per diventare attuatori dei piani di controllo del cinghiale, gli agricoltori possono anche diventare Guardie Venatorie Volontarie (le cosiddette GVV). Il riconoscimento come GVV è concesso a coloro che sono in possesso di un attestato di idoneità rilasciato dall’Amministrazione Provinciale e a seguito della partecipazione ad un corso di preparazione e al superamento di un esame finale. Tale corso prevede una parte di lezioni teoriche frontali (di norma non meno di 25 ore) ed una parte di pratica (incontri di circa 12 ore totali).

Le prove di esame consistono in una prova scritta, che precede quiz a risposta multipla e la redazione di un verbale amministrativo, nonché in una prova orale. Una volta superato l’esame, le GVV entrano a far parte del Coordinamento Provinciale della Vigilanza Volontaria, svolgendo le seguenti funzioni: provvedere alla protezione delle risorse ambientali e faunistiche presenti nell’ambito del territorio provinciale di competenza; concorrere all’accertamento delle violazioni a disposizioni di legge, regolamenti e ordinanze in materia di protezione del patrimonio naturale, faunistico e dell’ambiente; prestare la collaborazione alle autorità competenti per opere di soccorso; collaborare per l’attuazione dei Piani di controllo.

Nello specifico nelle le GVV possono sottoporre a controllo il soggetto fermato chiedendo di riferire le proprie generalità e di esibire i relativi documenti; redigere il verbale che testimoni l’accertamento effettuato; procedere a “sequestro cautelare” in tutti i casi in cui si può o si deve procedere alla successiva confisca amministrativa.

“Il problema della proliferazione dei cinghiali è sempre più tangibile sul nostro territorio e se i risultati promessi dalle istituzioni scarseggiano, è doveroso da parte nostra cercare altre vie per consentire agli agricoltori di difendere in tutta regolarità i propri terreni che vengono devastati costantemente dagli animali selvatici – commentano il Presidente di Coldiretti Novara-Vco Sara Baudo e il Direttore Luciano Salvadori – Per questo motivo è dovere della Federazione mettere a conoscenza i propri associati delle diverse disposizioni in materia”.

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