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Morto a 102 anni Secondino Poma di Ceres, ultimo partigiano delle Valli di Lanzo

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Uncem, Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, con il Presidente della Delegazione piemontese Roberto Colombero e il Presidente nazionale Marco Bussone, si unisce al cordoglio delle comunità di Ceres per la morte di Secondino Poma, 102 anni, ultimo Partigiano delle Valli di Lanzo. Secondino va avanti nel giorno in cui Ceres consegna il Sigillo d’Oro alla Brigata Alpina Taurinense, con il concerto della Fanfara stasera, a quattro giorni dagli Eventi del XXV Aprile che lui ha sempre celebrato spronando le intere comunità a esserci, testimoni attente, militanti e appassionate. Uncem si unisce con affetto al figlio Giovanni Poma, già Sindaco di Ceres e Presidente di RSA, Società per il risanamento e lo sviluppo ambientale dell’ex miniera di amianto, ma anche al Capogruppo degli Alpini di Ceres, Marino Poma, e al Primo Cittadino di Ceres, Davide Eboli.

“Secondino Poma, detto Bocia – ricorda il Sindaco di Ceres, Davide Eboli, membro della Giunta Uncem Piemonte – era l’ultimo combattente del nostro Comune, partecipò attivamente alla Resistenza. Ha saputo combattere per la libertà e guardava con sgomento le immagini di guerra e distruzione di oggi. Era una persona disponibile, forte. Due anni fa abbiamo voluto donargli un omaggio per i suoi 100 anni. Ma soprattutto per la sua presenza in ogni evento, ricordando quanto fosse importante combattere per la liberà”.

Classe 1921, Esploratore del Brigata Monviso, Secondino Poma alla vigilia della partenza per la Campagna di Russia nel ’42, venne dirottato con il suo reparto per altre operazioni sul versante francese delle Alpi. Dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943 scelse la lotta partigiana di liberazione con il nome di “Bocia”, prima nella Trentesima Brigata Garibaldi e poi nella colonna “Renzo Giua” delle Formazioni Giustizia e Libertà. Partecipò con il suo gruppo alla liberazione di Ceres dai nazifascisti e, finita la guerra, rimase anima critica sugli orrori che questa sempre si porta appresso.

“Un testimone, nell’azione concreta e determinata, un uomo impegnato e giusto – sottolineano Bussone e Colombero – che ha lottato contro i fascisti e ha contribuito a costruire un pezzo prezioso di libertà. La Montagna è il cuore pulsante di questa libertà, unita alla fraternità e all’unità, ed è giusto onorare figure come Secondino, rendergli omaggio, guardare al bene che hanno fatto in vita, pensare che si ricongiunge con tanti Partigiani e Partigiane che hanno costruito l’Italia, che ci sprona a essere ancora contro ogni regime, mistificazione, lotta e frammentazione”.

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