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L’invito di monsignor Repole alla giornata di preghiera e penitenza per la pace nel mondo

Repole ha scritto a tutti i fedeli delle diocesi di Torino e di Susa per invitarli a vivere bene la giornata di venerdì 27 ottobre

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TORINO – «Alle parrocchie, alle comunità religiose, alle associazioni e ai movimenti ecclesiali.

Carissimi, la gravità della situazione internazionale, con i conflitti che stanno sconvolgendo Israele e l’Ucraina, turba drammaticamente i nostri cuori e ci spinge ad aderire con totale convinzione alla giornata di digiuno, preghiera e penitenza per la pace che il Papa ha indetto in tutto il mondo venerdì 27 ottobre, invitando ad aderire anche le altre confessioni cristiane e le altre religioni.

Nelle diocesi di Torino e Susa sono già previste numerose iniziative presso le parrocchie e gli istituti religiosi: vi propongo di prenderne visione sui siti diocesani, ma anche vi esorto a moltiplicarle con fantasia e ad inventarne di ulteriori, perché ovunque si elevi al Cielo il nostro grido di pace.

A un mondo angosciato, che non riesce ad immaginare soluzioni e che fatica a superare la logica della violenza, un mondo che non riesce a mettere da parte il meccanismo perverso delle vendette incrociate, abbiamo il compito evangelico di ricordare che la pace è innanzi tutto un dono di conversione da implorare al Signore nel cuore degli uomini, dei governanti, ma anche dei popoli e quindi di noi stessi.

Fratelli e sorelle, noi pregheremo per la pace e per il buon consiglio dei potenti della terra, ma non saremo credibili se non imploreremo questa conversione anche per il nostro cuore. Sì, perché siamo figli di Dio e quindi siamo fratelli, realmente fratelli delle genti martoriate dai conflitti; siamo fratelli, addirittura, dei potenti che hanno scatenato la guerra; se siamo fratelli, avremo sempre e in ogni tempo la nostra parte di responsabilità nella costruzione della pace.

Venerdì 27 ottobre, ovunque vi incontrerete per pregare e digiunare, io sarò con voi. Per questo ricevete la mia benedizione più affettuosa e la mia gratitudine per la vostra testimonianza di fede, un segno di luce e di speranza donata al mondo.

Roberto Repole, Arcivescovo di Torino e Vescovo di Susa».

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