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Ambiente

Perché i cani scodinzolano? La risposta non è scontata, tanto che UniTo ha condotto una ricerca sul tema

Non solo sato emotivo, ma anche razza, luogo e storia evolutiva: il movimento della coda sembra essere un fenomeno complesso

Sandro Marotta

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TORINO – Perché i cani scodinzolano? A porsi la domanda sono stati alcuni ricercatori italiani, tra cui alcuni iscritti all’Università degli Studi di Torino (dipartimento di Scienze della vita e biologia), che con il coordinamento della Dott.ssa Silvia Leonetti (UniTo) hanno pubblicato un articolo sulla rivista Biology Letters (disponibile qui).

La ricerca

Il presupposto da tenere presente è che “nei canidi, le code non sono più utilizzate per la locomozione, ma piuttosto per la comunicazione rituale”. In particolare è stato notato che i cani scodinzolano verso la parte destra quando sono felici (poiché è stimolato l’emisfero sinistro del cervello) e verso sinistra quando percepiscono qualcosa di insolito (ad esempio un estraneo).

Quando l’animale scodinzola quindi bisogna tenere conto sia del suo stato emotivo, sia dei messaggi che vuole mandare verso l’esterno. La docente Leonetti spiega: “sia il movimento della coda che la sua posizione trasmettono informazioni nelle interazioni cane-cane, cane-uomo e cane-oggetto”.

La domesticazione

Il processo di adattamento dei cani alla vita dell’uomo ha portato a dei cambiamenti: agli amici a 4 zampe si è ristretto lo scheletro facciale, si è scolorita la pelliccia, si è ridotto il cervello. Questo processo si chiama “domesticazione” e, secondo una prima ipotesi, è stato alla base del cambiamento del modo in cui i cani usano la coda.

Lo “scodinzolio ritmico addomesticato”

La seconda ipotesi è detta “scodinzolio ritmico addomesticato”: gli umani potrebbero aver scelto, nel corso dei secoli, di vivere solo con quei cani che scodinzolavano in modo più ritmico; “molti studi multidisciplinari – spiega Leonetti – dimostrano che gli esseri umani hanno notevoli capacità di percepire e produrre sequenze ritmiche, in particolare schemi isocroni in cui gli eventi sono equamente spaziati nel tempo. Questa propensione per i ritmi isocroni potrebbe aver guidato la selezione umana per il vistoso scodinzolio ritmico”.

Il risultato

Il movimento della coda cambia a seconda di vari fattori, come emozioni, luogo, razza e storia evolutiva: queste le conclusioni a cui è arrivato il team di ricerca. Malgrado la curiosità dell’argomento, pare che il cambiamento del comportamento dei cani sia ancora poco studiato nella letteratura di biologia: “i suoi meccanismi e la sua ontogenesi – conclude la dottoressa – sono ancora poco conosciuti. Queste lacune ci impediscono di comprendere appieno la storia evolutiva del moderno comportamento scodinzolante e il ruolo svolto dall’uomo in questo processo.”

 

 

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