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Caso Askatasuna, proposte due delibere di modifica al Regolamento sui Beni Comuni

La questione Askatasuna al centro del dibattito politico a Torino

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TORINO – Silvio Viale, capogruppo di +Europa e Radicali Italiani in consiglio comunale a Torino, ha presentato due delibere di abrogazione e modifica del Regolamento sui Beni Comuni della Città di Torino. Il tema è l’ipotesi di “legalizzazione” di Askatasuna, ventilata nei giorni scorsi dal comune e accolta di buon grado dagli occupanti. L’intervento proposto vuole “interpretare i dubbi, le perplessità e lo sconcerto di gran parte della comunità cittadina sul sapore che si tratti di un premio improprio a realtà politiche che della violenza fanno pratica politica, non solo nella “guerriglia” in Val di Susa, ma in tutte le occasioni che si presentano a Torino a cominciare dall’Università”.

Le due delibere al Regolamento sul caso Askatasuna

La prima delibera , n. 3775, propone l’abrogazione in toto del “Regolamento per il Governo dei Beni Comuni Urbani della Città di Torino” n. 391, approvato il 2 dicembre con i soli voti della maggioranza pentastellata e il ripristino del “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura, la gestione condivisa e la rigenerazione dei beni comuni urbani”, approvato dal centrosinistra l’11 gennaio con il voto favorevole del centrosinistra e della allora Consigliera Comunale Chiara Appendino (Vittorio Bertola astenuto). Al Regolamento viene aggiunta la seguente condizione: “Metodo democratico: la collaborazione con cittadini attivi, singoli o associati o comunque riuniti in associazioni sociali, anche informali, deve condividere il metodo democratico e il ripudio della violenza nelle attività sociali, politiche e culturali.”

La seconda delibera, n. 3787, aggiunge semplicemente che “Il coinvolgimento nel percorso dei beni comuni comporta l’accettazione del metodo democratico e del ripudio della violenza nelle attività sociali, politiche e culturali, la cui violazione ne determina la cessazione” e verrà integrata aggiungendo “antitotalitarismo” ai principi ispiratori indicati che attualmente sono “antirazzismo, antisessismo e antifascismo”.

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