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Scienza e Tecnologia

La storia di “Milani”, il nanosatellite dall’origine torinese che fa parte della missione dell’Agenzia spaziale europea

Sarà lanciato a ottobre all’interno del satellite madre “Hera”. L’obiettivo è registrare il movimento di un’asteroide, deviato per proteggere la terra

Sandro Marotta

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TORINO – C’è anche un nanosatellite fabbricato da un’azienda torinese nella missione dell’Agenzia spaziale europea. Si chiama “Milani” ed è stato progettato e sviluppato dalla Tyvak International. Sarà integrato nel satellite madre “Hera“.

La missione

Lo scopo della missione è registrare la deviazione della traiettoria di un piccolo asteroide che ruota intorno alla terra. In questo modo si verificherà l’efficacia del sistema di difesa spaziale. Il lancio del satellite è previsto per il 7 ottobre in Florida; farà un viaggio di 2 anni per approssimarsi all’asteroide e successivamente registrerà i dati per 6 mesi.

“Milani” ora “verrà trasportato in aereo all’ESTEC Test Center dell’ESA, nei Paesi Bassi, – spiega l’European Space Agency qui – dove Hera è attualmente sottoposta a test pre-volo, per l’integrazione con la sua nave madre e la successiva convalida del sistema di collegamento intersatellitare che collegherà Hera, Milani e Juventas durante il volo”.

Come è fatto Milani?

Grande quanto una scatola da scarpe (13 x 24,6 x 36,6 cm), il nanosatellite è composto da una serie di sensori che hanno il compito di visualizzare gli asteroidi nelle bande infrarosse visibili, vicine e a onde corte. É dotato anche di un rilevatore di polveri costruito in Italia (chiamato “VISTA”, Volatile In-Situ Thermogravimeter Analyser); questo elemento verrà usato per riconoscere se, attorno all’asteroide, ci sono acqua o polveri sottili.

Non solo: Milani è anche un piccolo veicolo spaziale, dato che è dotato di una telecamera a luce visibile, un altimetro laser e inseguitori stellari per la navigazione, oltre a un sistema di propulsione a gas freddo.

Come funziona “Hera”?

Hera fa parte del primo test al mondo sulla deflessione degli asteroidi, ovvero quell’insieme di strategie usate per deviare la traiettoria dei corpi celesti che potrebbero colpire la Terra. Il suo ruolo, spiega l’Esa, è quello di registrare “un’indagine dettagliata post-impatto dell’asteroide bersaglio, Dimorphos, la piccola luna orbitante di un sistema di asteroidi binario noto come Didymos”.

L’aspetto rivoluzionario è che a partire da questa registrazione “Hera trasformerà l’esperimento su larga scala in una tecnica di difesa planetaria ben compresa e ripetibile”.

In questo video l’Agenzia spaziale europea spiega in che modo lavoreranno Hera e Milani.

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