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Cultura

L’Accademia dei Folli inaugura il Nuovo Teatro Studio Bunker ricordando De Andrè con Hotel Supramonte

Nel racconto viene fuori tutta la paura, lo stupore e la rabbia per essere stati vittime di quegli ultimi che Faber ha sempre difeso nelle sue storie

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TORINOFino a domenica 21 l’Accademia dei folli riporta in scena uno dei suoi spettacoli più amati. Quell’Hotel Supramonte che racconta in musica e parole la prigionia di Fabrizio De Andrè e Dori Ghezzi. L’occasione sono i 25 anni dalla scomparsa di Faber.

Il nuovo Teatro Studio Bunker

Chi ha assistito alla rappresentazione di ieri sera ha avuto la sorpresa di trovarsi in un nuovo Teatro Studio Bunker, uno spazio più grande e con maggiori possibilità di variare l’ambiente rispetto allo storico teatro. Siamo sempre al Bunker ma viene utilizzata una delle altre strutture.

Hotel Supramonte

Giovanna Rossi è Dori Ghezzi e, imprigionata in una gabbia di corde, parla con Fabrizio De Andrè. A lui si rivolge in un drammatico monologo che racconta i mesi in cui i due artisti vissero in prigionia, rapiti dall’Anonima Sarda. Il suo racconto, le emozioni e la paura di quei giorni, fungono da introduzioni per i brani di De Andrè che Carlo Roncaglia, Andrea Cauduro e Paolo Demontis suonano in un arrangiamento caldo e coinvolgente utilizzando un pianoforte, un’armonica a bocca e una chitarra elettrica.

Nel racconto viene fuori tutta la paura, lo stupore e la rabbia per essere stati vittime di quegli ultimi che Faber ha sempre difeso nelle sue storie. I dubbi di Dori Ghezzi, il pensiero di aver seguito una strada sbagliata, il rancore. Ma sarà proprio la musica di De Andrè a salvare, ancora una volta, quelle Anime più deboli, che questa volta sono quelle dei protagonisti narratori.

 

 

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