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Cronaca

Corteo anarchico per Alfredo Cospito a Torino: 18 misure cautelari per devastazione, violenza e lesioni

Le accuse contro i 75 indagati e le 18 misure cautelari sono di devastazione, violenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale

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TORINO – In seguito all’indagine denominata “City” dalla Digos di Torino per la devastazione e le violenze durante il corteo anarchico in solidarietà di Alfredo Cospito del 4 marzo 2023, sono state attuate 18 misure cautelari (2 ai domiciliari, mentre gli altri sono divieti o obbligo di dimora) nei confronti della frangia più violenta.

Secondo gli investigatori guidati da Carlo Ambra “è stata evidenziata un’organizzazione militare dell’area insurrezionalista, con una precisa ripartizione dei ruoli, con una copertura di un nucleo centrale che si rendeva responsabile delle azioni violente e poi con una copertura circolare che gli garantiva l’impunità”. Più di 400 persone hanno partecipato ai disordini, provenienti da tutta Italia e anche dall’estero. 75 persone sono state indagate e denunciate, con la visione di ore di filmati per individuare i responsabili di vetrine rotte dei negozi, vetri della auto in sosta mandate in frantumi, cartelli stradali divelti, cassonetti incendiati.

Inoltre, contro le forze dell’ordine erano stati lanciati grossi petardi e bombe carta, sassi e bottiglie, per cui sono dovuti intervenire con idranti e i lacrimogeni nella zona del mercato di Porta Palazzo, isolando il centro cittadino e deviando la scia di devastazioni.

Le accuse contro i 75 indagati e le 18 misure cautelari sono di devastazione, violenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale. Per il gip “il corteo anarchico ha dunque provocato un significativo pericolo per l’ordine pubblico, incidendo sul tranquillo e pacifico vivere civile, cagionando consistenti danni economici a privati ed enti pubblici e condizionando le ordinarie attività delle persone che si trovavano nei luoghi interessati dal transito della manifestazione”. Una vera e propria organizzazione paramilitare che ha usato cassonetti incendiati, arredi urbani e reti metalliche per impedire l’intervento delle forze dell’ordine creando una vera e propria barricata.

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