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Il Coordinamento Torino per Gaza organizza una manifestazione per i 76 anni di Nakba e dire stop al genocidio

Il Coordinamento invita la cittadinanza a scendere in strada in supporto al diritto di un popolo ad autodeterminarsi.

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TORINO – Circa 150 persone si sono radunate, nella serata del 15 maggio, davanti a Palazzo Nuovo, sede dell’Università di Torino, per una fiaccolata in ricordo della Nakba.

Questo sabato 18 maggio 2024, il Coordinamento Torino per Gaza ha deciso di organizzare una manifestazione cittadina per i 76 anni di occupazione e di oppressione del popolo palestinese, per chiedere l’arresto del genocidio in corso nella Striscia di Gaza e per chiamare i governi occidentali e in primis quello italiano a cessare immediatamente il loro sostegno politico, economico, logistico e militare allo stato criminale di Israele.

L’appuntamento è alle ore 15, Ponte Mosca (Porta Palazzo) – C.so Giulio Cesare,15.

Il Coordinamento invita la cittadinanza a scendere in strada in supporto al diritto di un popolo ad autodeterminarsi. “Chiediamo con forza la cessazione immediata della fornitura di armi da parte dello Stato Italiano a Israele. La scissione di tutti gli accordi di collaborazione tra le università italiane e le industrie belliche israeliane comprese le università israeliane”.

Il significato di Nakba

“Nakba in arabo significa catastrofe, il termine viene usato per descrivere gli eventi del maggio 1948 quando circa 800.000 palestinesi furono costretti ad abbandonare le loro terre e case. Su quella catastrofe Israele ha piantato nei libri di storia la sua data di nascita e oggi gli israeliani chiamano il 15 maggio “Giorno dell’Indipendenza” quello che fu il massacro più grande nella storia della Palestina fino al genocidio in corso”, chiariscono dal Coordinamento.

“La pulizia etnica del popolo palestinese iniziata già prima del ‘48 dura oggi da 76 anni insieme a un regime di apartheid rimasto impunito che sta producendo quel massacro quotidiano a cui stiamo assistendo. Negli ultimi 7 mesi l’escalation di violenza perpetrata dal REGIME SIONISTA in tutta la Striscia di Gaza, ha costretto quasi un milione e mezzo di civili ad abbandonare le loro case e a morire di fame, obbligandole a cercare rifugio a ridosso del valico di Rafah. Oggi tutta la popolazione civile di Gaza è stata sfollata ed è sotto attacco, non solo a Rafah ma in tutta la Striscia.

La quotidiana aggressione israeliana continua anche in Cisgiordania, dove da 76 anni a questa parte Israele continua a rubare le terre palestinesi per costruire illegalmente insediamenti coloniali. Tutto questo è intollerabile e non possiamo restare in silenzio di fronte alle atrocità e alle violazioni dei diritti umani che si verificano quotidianamente”.

 

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