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Scuola e formazione

Cirio condanna il sermone dell’Imam a Torino: «L’università deve restare laica»

Il presidente della Regione interviene sull’occupazione degli studenti e ribadisce l’importanza del rispetto delle regole

Caterina Malanetto

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TORINO – Un sermone tenuto in arabo e in italiano, che si è trasformato in un esplicito invito a lottare contro Israele, ha suscitato forti polemiche venerdì scorso nei corridoi del Palazzo Nuovo di Torino, attualmente occupato dagli studenti.

L’imam Brahim Baya, protagonista del discorso, è stato ripreso in un video pubblicato su YouTube intitolato “Cosa ci insegna la Palestina?“. Gli studenti avevano chiesto a Baya di fungere anche da “Khatib“, l’oratore che pronuncia un breve discorso prima della preghiera. Tuttavia, la preghiera è stata annullata a causa di un divieto imposto dal questore.

Il parere di Cirio e della candidata per i centrosinistra Pentenero

Sul caso sono intervenuti il rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna, la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, il presidente della Regione Alberto Cirio e la candidata alla stessa carica per il centrosinistra Gianna Pentenero.

Il presidente in carica, Alberto Cirio, ha condannato l’accaduto, condividendo la posizione della ministra Bernini, e ha sottolineato che l’università deve rimanere un luogo laico dedicato all’istruzione, non alla propaganda religiosa. Cirio ha aggiunto che, pur sostenendo la libertà di espressione e di manifestazione, questa deve rispettare le regole, la legge e i diritti degli altri, inclusi quelli degli studenti che desiderano frequentare le lezioni.

Anche Gianna Pentenero ha ribadito che l’università non è un luogo di preghiera. Ha sottolineato che tutte le religioni, inclusa quella musulmana, hanno i loro luoghi di culto e che a Torino esiste una rete di spazi dedicati. Pentenero ha commentato che le preghiere non dovrebbero avvenire all’interno delle università. Riguardo alle occupazioni in corso da molti giorni, ha evidenziato che i nostri atenei fanno parte di una rete globale della conoscenza, che sta chiedendo attenzione per la crisi umanitaria a Gaza e per il cessate il fuoco. Ha affermato che è normale che ci siano manifestazioni, previste dalla nostra Costituzione, purché siano dialoganti e pacifiche.

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