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Al Salone del libro scoppia il caso Libraccio: gli editori indipendenti non lo vogliono

126 editori indipendenti chiedono l’esclusione del Libraccio dal Salone del Libro 2025: al centro, la vendita di libri usati.

Gabriele Farina

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TORINO – Il Salone Internazionale del Libro di Torino, imminente (l’apertura giovedì 15 maggio), ogni anno porta in dote polemiche varie, interne ed esterne al mondo dei libri. Quella che anticipa l’apertura 2025 è squisitamente economica ed è stata sollevata da un gruppo di 126 editori indipendenti.

Al centro del mirino è finito il Libraccio, la catena di vendita di libri usati con un fatturato annuo di circa 90 milioni di euro e più di 60 punti vendita in Italia. Al Salone è presente con uno stand enorme (350 mq) e frequentatissimo, ma quest’anno 126 editori indipendenti hanno scritto una lettera al Salone per chiederne l’esclusione.

Editore o libreria?

La questione, spiegano i firmatari della lettera, è che il Libraccio è iscritto al Salone come Editore ma poi (oltre ai libri effettivamente editi) la grossa parte del suo business riguarda la vendita dei libri usati. E qui arriva il punto. Allo stand del Libraccio sono in vendita libri usati a metà prezzo che i piccoli editori vendon a prezzo pieno nei loro stand.

Vero che la differenza tra usato e nuovo è evidente ma, denunciano i piccoli editori, la situazione economica del Paese e l’alto costo del biglietto di ingresso al Salone spingono molti visitatori ad acquistare il libro usato e non quello nuovo.

Via i libri degli ultimi due anni

Libraccio ha trovato per questa edizione un accordo col Salone: non metterà in vendita come usati libri che siano stati pubblicati negli ultimi due anni. La soluzione non soddisfa però i piccoli editori, che lamentano non la qualità dei libri venduti, ma la quantità.

La possibilità di usare il bonus Regione, lamentano ancora, permette al visitatore del salone, che già ha pagato un alto biglietto di ingresso, di comprare da Libraccio 2-3 libri, esaurendo così il budget previsto a scapito dei piccoli editori, che quei libri hanno contribuito a realizzare e a immettere sul mercato.

La richiesta dei 126 piccoli editori firmatari della lettera è che Libraccio al salone possa vendere solo i propri libri, escludendo completamente la vendita dell’usato.

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1 Commento

1 Commento

  1. Ardmando

    13 Maggio 2025 at 11:03

    Ma questa cosa non ha proprio senso. Prima gli editori pipagnucolano che le persone non comprano libri e quindi si sentono in diritto di alzare i prezzi (nonostante i libri vengano stampati in Cina). La vendita dell’usato si alimenta con l’acquisto del nuovo. E’ proprio vero che certe realtà meritano di fallire e questi 126 imbecilli sono una degna rappresentanza di un settore che merita di fallire.

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