CronacaTorino
Accordo raggiunto tra gli Elkann e l’Agenzia delle Entrate sull’eredità di Marella Agnelli, si parla di 175 milioni di euro
I tre Elkann sono indagati per truffa ai danni dello Stato ed evasione fiscale

TORINO – 175 milioni di euro tra tasse evase e sanzioni: John, Lapo e Ginevra Elkann hanno trovato un accordo con l’Agenzia delle Entrate per risolvere, sul piano fiscale, la controversia sull’eredità di nonna Marella Agnelli.
A comunicarlo è un portavoce della famiglia dopo un articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano. L’obiettivo dei tre fratelli sarebbe quello di chiudere quanto più rapidamente possibile una questione che hanno definito “dolorosa sul piano personale e familiare”, come si legge in una nota che riportiamo di seguito:
In riferimento ad articoli di stampa aventi a oggetto i procedimenti riguardanti i fratelli Elkann, si conferma che John, Lapo e Ginevra Elkann – con l’obiettivo di chiudere rapidamente e definitivamente una vicenda dolorosa sul piano personale e familiare – hanno raggiunto una definizione complessiva con l’Agenzia delle Entrate delle potenziali controversie attinenti agli oneri tributari su di essi potenzialmente gravanti quali eredi di Donna Marella Agnelli.
Tale definizione è stata conclusa senza alcuna ammissione neppure tacita o parziale della fondatezza delle contestazioni inizialmente ipotizzate. Inoltre sono in atto interlocuzioni con la Procura della Repubblica di Torino, il cui esito non è al momento definito. Nel rispetto di tutti gli organi coinvolti, non abbiamo commenti da rilasciare sul procedimento, che è tuttora in corso.
Resta ancora spinosa la situazione che ruota intorno al caso dell’eredità dell’avvocato Gianni Agnelli. I tre Elkann sono indagati per truffa ai danni dello Stato ed evasione fiscale. Su questo piano pare che siano in atto le interlocuzioni con la procura. Si paventa l’ipotesi, forse non tanto remota, che con una intesa sarebbe possibile per il presidente di Stellantis, riporta Rai News, di presentare la domanda di “messa in prova” in una struttura socio-sanitaria. Non un patteggiamento, dunque, ma un percorso “riparatorio” al termine del quale i reati sarebbero estinti. In questo modo non avrebbe conseguenze per le sue cariche societarie. La decisione finale spetterà al gip.
Ricordiamo che il processo – che riguarda certo l’eredità dell’Avvocato, ma anche la residenza in svizzera della moglie Marella Caracciolo, le quote della cassaforte di famiglia ed eventuali patrimoni occultati in paradisi fiscali – vede Margherita Agnelli contrapposta ai figli nati dal primo matrimonio John, Lapo e Ginevra Elkann.
Ma facciamo un passo indietro sull’intricata faccenda dell’eredità di Gianni Agnelli. Torniamo al 19 maggio 2004. In questa data Marella Caracciolo ha venduto, per ottanta milioni di euro, ai nipoti John, Lapo e Ginevra Elkann le sue quote della Dicembre, la società cassaforte dell’impero che fu dell’Avvocato.
Ma manca l’originale dell’atto di compravendita, e il conto della Gabriel Fiduciaria da cui sarebbe dovuto partire il pagamento era stato chiuso due giorni prima, il 17 maggio. A dimostrarlo un documento rintracciato dalle fiamme gialle torinesi all’interno delle indagini penali. Ma non finisce qui perché i magistrati hanno trovato traccia di un pagamento opposto: 100 milioni di euro sarebbero passati dai conti della presunta venditrice (Marella) a quelli degli acquirenti (John, Lapo e Ginevra). Secondo i magistrati torinesi la compravendita potrebbe essere “fittizia e artatamente costruita”.
Restano da capire le posizioni degli altri indagati: il commercialista Ferrero, presidente della Juventus, il notaio torinese Morone e il notaio elvetico Urs Von Grunigen che aveva redatto il testamento di Marella.
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