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CronacaTorino

ActionAid Italia chiede a gran voce la scarcerazione in Israele del suo presidente, l’attivista Abderrahmane Amajou

Amajou era a bordo della Flotilla e ora è detenuto nel deserto del Negev

Marco Lovisolo

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ISRAELE – Dopo le parole del sindaco Lo Russo e il presidio di solidarietà a Bra, anche ActionAid Italia ha diffuso un appello in cui chiede la scarcerazione di Abderrahmane Amajou, Presidente di ActionAid Italia. L’attivista era a bordo della Paolo1 della Global Sumud Flotilla, ma non ha firmato il foglio di via per l’espulsione immediata dal territorio di Israele e per questo è ancora detenuto, insieme a centinaia di attivisti della Flotilla, nelle carceri di Ketziot e Saharonim.

«Chiediamo il rilascio immediato di tutti gli attivisti detenuti in Israele contro ogni principio del diritto internazionale e senza avere commesso alcun reato. Chiediamo che sia liberato immediatamente il nostro Presidente Amajou, e che il nostro Governo si adoperi con ogni mezzo necessario per riportarlo a casa sano e salvo, garantendo che tutti gli attivisti siano rispettati e trattenuti in condizione umane e dignitose. Non c’è tempo da perdere ogni istante in più mette a repentaglio la salute e l’incolumità degli attivisti ancora nelle carceri israeliane» dichiarano Katia Scannavini e Lorenzo Eusepi, Co- Segretari generali di ActionAid Italia. ActionAid Italia è in costante contatto con l’Unità di Crisi della Farnesina per ricevere garanzie della massima protezione diplomatica e consolare e ottenere informazioni tempestive sulla salute e l’incolumità di Amajou.

A Gaza e nei Territori occupati della Palestina in Cisgiordania ActionAid è impegnata a garantire aiuti, beni di prima necessità e difesa dei diritti fondamentali con il suo staff palestinese, insieme ad associazioni di donne, di giovani e di attivisti.

Aggiornamento: il ministro Tajani ha annunciato il rientro domani di Abderrahmane Amajou.

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