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Cronaca

Trentamila persone per il funerale di Pietro Ferrero. Le immagini

Redazione Quotidiano Piemontese

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Funerale Pietro Ferrero, AlbaTrentamila persone a dare l’addio a Pietro Ferrero. Una folla composta e silenziosa ha partecipato, stamane, al funerale del manager morto in Sudafrica, una settimana fa, di infarto. Tutta Alba presente davanti alla cattedrale in piazza Risorgimento, ma non solo. A commemorare il dottor Ferrero – così come tutti lo chiamano qui – c’erano anche Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio, Roberto Cota, presidente della Regione Piemonte, Roberto Calderoli, ministro per la semplificazione normativa, con la compagna Gianna Gancia, presidente della Provincia di Cuneo, Alberto Cirio e Michele Coppola, assessori regionali, Sergio Chiamparino, sindaco di Torino, Enzo Ghigo, coordinatore regionale del pdl, Renato Pagliaro e Alberto Nagel, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Mediobanca, Emma Bonino, vicepresidente del Senato, Michele Vietti, vicepresidente del Csm, consiglio superiore della magistratura, Paola di Liegi regina del Belgio, Tarcisio Bertone, segretario dello Stato Vaticano che ha officiato la messa funebre, relatore di un messaggio papale, insieme a Giacomo Lanzetti, vescovo di Alba, cento sindaci del Piemonte con la fascia tricolore. Assente Emma Marcegaglia, presidente Confindustria, malata. Tutte le autorità sono entrate da un ingresso laterale, accolte da Maurizio Marello, sindaco di Alba.

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La città paralizzata e stordita da un evento che sembra toccare tutti da vicino. La maggior parte degli albesi, infatti, lavora o ha lavorato, alla Ferrero, punto di riferimento imprenditoriale della zona. Alle 11 circa è iniziata la cerimonia, durata oltre un’ora. Un caloroso e lungo applauso ha spezzato il silenzio della piazza appena il feretro è stato accompagnato in auto davanti alla chiesa. Sostenuto dal figlio Giovanni, è arrivato Michele Ferrero che ha salutato la folla con un bacio.

“Non dimenticherò mai cosa ho provato quando ho appreso della tua morte – parla Giovanni Ferrero, fratello di Pietro nel suo saluto in chiesa – la vertigine, la sensazione di cadere finendo nel vuoto con l’unico appiglio di un sottile ramoscello. Tu sarai per tutti noi, i nostri quattro punti cardinali, la prima aurora del mattino, il cielo più alto e la radice più profonda. Pietro, ti rivediamo con la tua fermezza, la dolcezza, il candore, l’amabilità del tuo sguardo. Quello sguardo che, dopo il lavoro, nei momenti di serenità, sapeva estraniarsi. Mi mancherà quello sguardo. Per la nostra famiglia niente sarà più come prima”.

Il Comune di Alba ha predisposto tre maxi schermo nelle piazze del centro storico cittadino in modo da consentire alla popolazione di assistere alla cerimonia, svoltasi in forma privata nel duomo, ma vista e ascoltata da tutti.

“Ho provato a sfogliare la vita di Pietro, in questi giorni, attraverso i tanti giornali che hanno scritto di lui – racconta monsignor Bertone – e ho trovato solo parole di descrizione di onestà, sensibilità, integrità. Tutti hanno avuto la fortuna di contare su un uomo serio e prezioso. Le parole rendono più difficile il saluto e in questa situazione, tutti siamo un po’ albesi, anche se proveniamo da altre città. Il dottor Pietro Ferrero era un uomo di impresa che incarnava gli aspetti migliori dell’industria. Ricordiamo che era in Sud Africa per realizzare il progetto, da lui voluto da alcuni anni, delle imprese sociali Ferrero, per portare lavoro nelle zone più disagiate del pianeta e, in particolare assistere i bambini di queste zone. La famiglia Ferrero è uno splendido esempio da imitare”.

Conclude Bertone: “Il papa, informato della mia presenza qui, mi ha chiesto di dare la sua benedizione apostolica e di assicurare tutti i familiari della sua preghiera per la pace e la consolazione”.

Rivolgendosi ai genitori, a suo padre Michele, che ieri ha compiuto 86 anni, e a sua madre Maria Franca, Giovanni Ferrero ha definito il loro dolore contro natura. Ha poi continuato sostenendo che il destino del fratello non sarà spezzato, ma che continuerà, come lui desiderava, attraverso l’impegno e il lavoro del Gruppo Ferrero, la sua prima casa, promettendogli di scrivere sempre nuove pagine di successo aziendale lavorando per creare e donare, in suo nome. Ha concluso ringraziando le autorità presenti, i collaboratori dell’azienda di famiglia, gli albesi, con la frase: “Il nostro è un dolore indomato e innominabile. E’ un cancro che divora”.

Ancora un lunghissimo applauso ha accompagnato, a funerale concluso, il feretro deposto in auto, mentre la famiglia, Michele, Maria Franca, Giovanni, Luisa, vedova di Pietro che lascia anche i suoi tre bambini, uscivano dalla chiesa per dirigersi al cimitero albese. Dietro di loro, una lunga coda si persone. Ancora una volta Michele ha salutato i presenti e Giovanni ha ricambiato l’applauso abbracciando simbolicamente la città.

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