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“Torino-Lione: occorre fare in fretta”: ma è il titolo di un giornale del 1991

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Il Patto di Varsavia e Maradona positivo alla cocaina, Black or White di Michael Jackson e la guerra del Golfo, l’invenzione del www e la scomparsa del Pci. Quante cose sono successe nel 1991, anno di depressione post Mondiale per gli amanti del pallone e post comunismo per gli amanti di Lenin. Quante cose – anche – non sono successe: ad esempio, ma proprio così a caso, prendiamo la Torino-Lione, infrastruttura che nel 2012 viene considerata vitale per agganciare il continente europeo e potenziare lo scambio commerciale. La Stampa, 15 ottobre 1991, pagina 38, articolo a cura di Beppe Minello: “Treni alta velocità, subito o sarà tardi”. A noi – figli del nuovo millennio – sembrava di essere arrivati in perfetto orario, come ha sintetizzato bene un blogger. Macchè:

L’attuale linea Torino-Lione è quasi satura. Tutti sono d’accordo, ma non basta. Occorre anche fare in fretta nel realizzare, attraverso una nuova linea ferroviaria tra Torino e Lione, il collegamento tra la rete europea ad alta velocità e quella italiana che correrà da Torino a Venezia, e da Milano a Napoli. Un’urgenza giustificata dal fatto che, entro il ’97, l’attuale ferrovia che attraversa la Val di Susa sarà satura. «Se i lavori per una linea di alta velocità tra Torino e Lione iniziassero fra uno o due anni, ne occorrerebbero 78 per completarlo perché l’opera comprende un traforo di 54 chilometri sotto il Moncenisio», hanno osservato il presidente di Confindustria, Sergio Pininfarina, e quello della giunta regionale, Gian Paolo Brizio, copresidenti del «Comitato promotore alta velocità» riunitosi ieri.

Da uno studio elaborato dal torinese «Centro studi sistemi trasporti» e dalle ferrovie francesi e italiane, risulta che l’attuale domanda sulla Torino-Lione è di un milione e mezzo di passeggeri e di 8,5 tonnellate di merci l’anno. Tenendo conto sia dello sviluppo economico, sia di quello della rete ferroviaria europea, lo studio ha individuato in 4,3 milioni di passeggeri e 14,3 milioni di tonnellate merci l’anno il massimo che la linea Torino-Lione può sopportare. Una saturazione che sarà raggiunta già nel 1997. Una nuova linea a doppio binario di 224 chilometri (costo stimato in 7200 miliardi) capace di unire Torino a Lione in appena un’ora e mezzo, convoglierebbe sulla nuova direttrice italo-francese 7,6 milioni di viaggiatori e 18,6 milioni di tonnellate di merci l’anno. «Il collegamento della nostra Pininfarina: «Il collegamento con traforo sotto il Moncenisio è una necessità vitale per tutta l’economia italiana» rete ferroviaria con quella europea – ha detto Pininfarina – interessa l’intera economia italiana e sono qui per testimoniarlo. L’opera è una necessità vitale per l’Italia, in quanto l’incremento prevedibile dei rapporti commerciali con l’Europa, a Ovest e a Est, non devono essere ostacolati da ritardi nell’infrastrutturazione del Paese».

Il 18 novembre si terrà un convegno a Milano per fare il punto sullo stato dei progetti e i tempi di realizzazione della nuova infrastruttura. Del Comitato fanno parte anche Lombardia e Veneto e le relative associazioni industriali. Altro obiettivo del Comitato è battersi affinché l’alta velocità non si fermi a Venezia, ma arrivi fino a Trieste e, attraverso il Tarvisio, colleghi il nostro Paese all’Est europeo. Nella battaglia per realizzare la tratta Torino-Lione il Comitato si è «alleato», nel luglio scorso, con il gemello «Comité pour la liaison à grande vitesse Lyon-Turin-Milan» la cui ispiratrice è la Regione francese Rhòne Alpes, come la Regione Piemonte lo è per il Comitato italiano. Un’allenza strategica: il governo francese, pur essendo favorevole alla Lione-Torino, è tentato dal privilegiare la Parigi-Strasburgo. Brizio, Pinifarina, il vicepresidente della Rhòne Alpes, Pierre Dumas, il 30 settembre sono volati a Bruxelles per avere l’appoggio anche del commissario Cee ai Trasporti, Van Miert. «Facciano pure la ParigiStrasburgo – dice Brizio -, ma prima, o almeno in contemporanea, si realizzi la Lione-Torino».

Già, sarebbe davvero un guaio se il governo francese privilegiasse la Parigi-Strasburgo. A proposito: il 25 marzo, ve lo dico io, Sophia Loren riceverà l’Oscar alla carriera. Fidatevi.

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