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Un supermercato al posto del Motovelodromo, il Comune ci pensa

Redazione Quotidiano Piemontese

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349_motovIl Motovelodromo di corso Casale abbattuto per fare spazio ad un supermercato. È questa la suggestiva proposta di una società di compravendita immobiliare, la “Il Fortino s.r.l.” che, secondo fonti de Lo Spiffero avrebbe recapitato in comune un’offerta di circa 10 milioni di euro per acquistare il terreno su cui sorge lo storico “Velo”.
A Palazzo Civico ci stanno pensando e, nel frattempo, hanno revocato la concessione all’associazione “Amici del Velodromo” che da 16 anni gestivano l’impianto. Immediato il ricorso al Tar del presidente Mauro Tricerri che già il 24 ottobre alla prima udienza pretenderà spiegazioni per quanto disposto dall’amministrazione comunale che, ad eccezione del consigliere Pdl Michele Coppola (nel 2010 ipotizzò già un cambio di destinazione d’uso poichè, a suo parere, “la struttura era utilizzata per ospitare mercatini di merce usata organizzati un paio di volte all’anno anziché promuovere manifestazioni sportive, come da accordi”), non ha mai mosso obiezioni alla sua gestione nei tre lustri precedenti.

Il Motovelodromo “Fausto Coppi” fu costruito nel 1920 da un gruppo di sportivi torinesi e successivamente ceduto al Comune per le ingenti spese di mantenimento. Nella sua lunga storia fatta di chiusure e ristrutturazioni (nel 1947 la riapertura dopo la guerra, negli anni ’80 la revoca dell’agibilità e nel 1998 la nuova inaugurazione) questo impianto monumentale situato tra la collina ed il Po ha ospitato gare di ciclismo con nomi del calibro di Coppi, Bartali, Moser e Binda, competizioni di atletica e corse in moto. Ma sono da ricordare anche le sfide all’ultima meta tra il Cus Torino ed il Rugby Torino di Serie A, alcune partite di campionato disputate dal Torino calcio, nonché l’incontro della Nazionale contro l’Olanda negli anni ’40. Gli spalti del Motovelodromo, gremiti di 7.500 persone, furono testimoni persino di una memorabile edizione dell’Aida nel 1924 e della Carmen nel ’29.

La cifra proposta ora fa senza dubbio gola ad un Comune in serie difficoltà economiche, ma anche all’interno delle istituzioni cittadine c’è chi vuole vederci chiaro prima di dare l’ordine di abbattere un monumeto storico (la vicenda dello stadio Filadelfia non ha insegnato nulla?). Il capogruppo dell’IDV Giuseppe Sbriglio, già assessore allo Sport nella precedente Giunta, chiede trasparenza e ha inoltrato al richiesta al sindaco Piero Fassino per una commissione congiunta Patrimonio-Sport. Gli fa eco il democratico Luca Cassiani, ma il timore è che il richiamo dei quattrini sia troppo forte per una storia sostenuta ormai solo da buona volontà e calcinacci.

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