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Piemonte

Torino e il Giro d’Italia, una storia lunga un secolo

Davide Mazzocco

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Mezzo secolo dopo quel 20 maggio 1961 il Giro d’Italia partirà nuovamente da Torino per il suo lungo viaggio. Per celebrare il Centenario dell’Unità nazionale nella prima capitale italiana, il patron Torriani si inventò il Trittico tricolore, una tappa in linea con partenza e arrivo a Torino contraddistinta da tre anelli ognuno coi colori della bandiera: il primo giro a Stupinigi e Orbassano, il secondo a Rivoli, Avigliana, Trana e Orbassano e l’ultimo in collina con la scalata al Colle della Maddalena, discesa su Revigliasco e arrivo in centro. A vincere fu Miguel Poblet, lo sprinter spagnolo che tenne la maglia rosa per sei giorni. A cinquant’anni di distanza lo spettacolo al quale assisteremo sarà totalmente diverso: la cronosquadre che unirà la Reggia di Venaria Reale a piazza Vittorio Veneto sarà totalmente cittadina. Una corsa in apnea dove, verosimilmente, la media oraria sarà vicina (o addirittura superiore) ai 55 km/h.

Ma il legame fra Torino e la corsa rosa è ultracentenario: l’arrivo della prima tappa della 94esima edizione sarà, infatti, il 40esimo all’ombra della Mole. Nel 1909 arrivò proprio a Torino la penultima tappa della prima edizione della Corsa rosa. A vincere fu Luigi Ganna che staccò di 4’ gli avversari mettendo un’ipoteca sul Giro che avrebbe vinto tre giorni dopo a Milano (allora ci si riposava uno o due giorni fra una frazione e l’altra). Nel 1911 il campione francese Lucien Petit Breton (allora in forza alla Fiat) s’impose nella Mondovì-Torino di 302 chilometri, epica tappa con scollinamento ai 2000 metri del Sestriere. Messa alle spalle la Prima Guerra Mondiale, Torino divenne un traguardo classico: dal 1919 al 1928 il traguardo venne proposto per ben nove volte e vi furono successi “pesanti” come le doppiette di Costante Girardengo e Alfredo Binda e quelli degli eterni piazzati Gaetano Belloni e Bartolomeo Aymo. Nel 1931 la corsa si decise addirittura nella tappa torinese. Francesco Camusso, scalatore di Cumiana, fuggì nell’ascesa al Sestriere e resistette anche sull’ultima salita al Colle della Maddalena vestendo la maglia rosa che avrebbe portato sino a Milano.

A partire dal 1933 e sino al 1940 Torino divenne territorio di caccia per passisti e velocisti, mentre nel secondo Dopoguerra sorrise per ben due volte al triestino Giordano Cottur. Nel 1949 Toni Bevilacqua dominò la cronometro di 63 km da Pinerolo a Torino lasciando Fausto Coppi (stremato dai 192 km di fuga del giorno prima da Cuneo a Pinerolo) a 2’08”. Gli anni Cinquanta videro imporsi il pistard Guido Messina, i belgi Rik Van Steenbergen e Wout Wagtmans ma anche “l’aquila di Toledo” Federico Bahamontes che nel 1958, sul traguardo della Basilica di Superga, si tolse il lusso di rifilare 27” a Charly Gaul. Dagli anni Sessanta l’appuntamento con Torino si è diradato: appena cinque arrivi fra il 1961 e il 2010. Del debutto del 1961 si è già detto, nel 1965 vinse Aldo Pifferi che regolò un gruppo di sedici coraggiosi, quindi black out per ben quindici anni. Nel 1980 Giuseppe Saronni piazzò una volata delle sue al termine di una tappa molto combattuta specialmente nella prima fase sull’Appennino Ligure, nel 1982 fu sua maestà Bernard Hinault a sbaragliare il campo nella cronometro di 42 km da Pinerolo a Torino che chiuse quell’edizione del Giro d’Italia. Il bretone, già in maglia rosa, non si accontentò di controllare i rivali e fermò i cronometri su una media oraria di 49,772 km/h. Fior di specialisti si dovettero inchinare al suo strapotere nell’ultima prova contro il tempo: Francesco Moser fu 2° a 10”, Urs Freuler 3° a 14”, Tommy Prim 4° a 32” e Czeslaw Lang 5° a 33”. Passano altri ventitré anni prima che il Giro torni a Torino. Il 27 maggio 2005 Ivan Basso vince la cronometro da Chieri a Torino alla media di 45,250 km/h nonostante la scalata a Superga. Il varesino (reduce dal successo di Limone Piemonte 24 ore prima) compie un’impresa straordinaria precedendo di 9” il sorprendente russo Vladimir Karpets e di 20” lo specialista statunitense David Zabriskie. Ora tocca alle squadre scrivere un nuovo capitolo della storia lunga un secolo di Torino e il Giro d’Italia.

 

Nella foto la squadra Viscontea in piazza Carlo Felice alla partenza della Torino-Genova, seconda tappa del Giro d’Italia 1947. Al centro si notano il capitano Fiorenzo Magni e il direttore sportivo Gaetano Belloni