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QP intervista Chiara Appendino, 26 anni, 5 Stelle: “Subito un’occhiata al bilancio di Torino”

Redazione Quotidiano Piemontese

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Quotidianopiemontese intervista Chiara Appendino, neoeletta giovanissima consigliera comunale per il Movimento 5 Stelle a Torino.

Iniziamo dal personale: chi è Chiara Appendino, come e perché è arrivata alla politica.

Ho 26 anni, sono torinese e sposata. Sono laureata in Economia, specializzata nella pianificazione e nel controllo di gestione e attualmente responsabile dell’area Amministrazione, Finanza e Controllo di un’impresa torinese. Non sentendomi più rappresentata da questa classe politica, ho deciso di attivarmi in prima persona per portare avanti le istanze e le esigenze reali dei cittadini. Così circa un anno fa mi sono avvicinata al Movimento 5 stelle, un gruppo aperto che opera basandosi su un nuovo modello di politica fondato sulla trasparenza, l’onestà e la partecipazione.

Quanto è costata la sua campagna elettorale, su cosa ha puntato?

Tutta la campagna del Movimento è costata solo qualche migliaia di euro ed era basata sulla presenza di banchetti sul territorio, sul nostro programma, ricco di contenuti diffusi anche moltissimo tramite la rete. Ci tengo a precisare che noi eletti siamo solo dei portavoce, il punto terminale di una rete di persone di cui portiamo le istanze all’interno delle istituzioni. Personalmente ho speso un centinaio di euro per la stampa di volantini.

Si aspettava di essere eletta?

Speravamo di riuscire a entrare con due consiglieri nella sala rossa, soprattutto per poter portare avanti al meglio il nostro lavoro all’interno delle commissioni. Non me lo aspettavo ma ne sono davvero molto felice.

Dal momento che l’elezione a sindaco di Bertola era improbabile, ritiene che sia un risultato migliore, per la Città di Torino, la vittoria di Fassino su Coppola?

Ritengo che il risultato migliore sia stato aver potuto inserire due cittadini, incensurati e non legati a sistemi clientelari, nelle istituzioni che faranno da portavoce, in entrata, delle istanze dei cittadini e, in uscita, di quanto accade all’interno del consiglio comunale. Svolgeremo un lavoro di sorveglianza e trasparenza.

Come cambierà la sua vita da consigliere comunale?

Sicuramente cambierà molto, ma sono pronta ad affrontare questa bellissima sfida.

Il suo staff: da chi sarà composto e quanto costerà?

Ci stiamo ancora organizzando e strutturando, comunque cercheremo di utilizzare al meglio le risorse disponibili e il personale di cui ci doterà il comune. Creeremo una vera e propria “rete a 5 stelle” con gli eletti in tutte e dieci le circoscrizioni, gli attivisti e i simpatizzanti.

Cosa serve alla città di Torino? Le priorità.

Torino è la città più indebitata di Italia, la seconda più inquinata di Europa e la città con il maggiore tasso di disoccupazione giovanile. Mancano la trasparenza e la partecipazione, i cittadini sono ormai totalmente esclusi dalla politica e lontani dalle istituzioni. Sono questioni urgenti che necessitano di interventi immediati, orientati tuttavia ad un orizzonte temporale di medio e lungo termine.

Il primo provvedimento che porterà in Consiglio comunale?

Il nostro programma prevede moltissime cose, cercherò di interpretare al meglio la volontà dei nostri simpatizzanti e dei cittadini. Chiederò certamente accesso ai dettagli del bilancio del comune di Torino per comprendere meglio le ragioni e le cause sottostanti il suo indebitamento e le mosse azzardate speculative di acquisto di derivati.

Il ruolo dei giovani e delle donne nella politica cittadina?

Importantissimo e non solo nella politica, bensì anche nelle aziende e nei posti di lavoro di responsabilità.

Bilancio partecipativo: cosa si intende e cosa si può fare in concreto?

Giovanni Allegretti, uno dei maggiori esperti sul tema, lo definisce come “un processo decisionale che consiste in un’apertura della macchina istituzionale alla partecipazione diretta ed effettiva della popolazione nell’assunzione di decisioni sugli obiettivi e sulla distribuzione degli investimenti pubblici”. Si tratta di implementare un processo che coinvolge i cittadini in modo attivo nel decidere come spendere una parte delle risorse del Comune. Moltissimi comuni, anche italiani, hanno già implementato modelli di bilancio partecipativo. Ci piacerebbe che fosse così anche a Torino.

Esiste un margine di accordo, anche solo su singoli provvedimenti senza che ci sia una vera collaborazione organica, con le altre componenti del Consiglio comunale? O voi ‘grillini’ lavorerete da soli?

Noi lavoriamo sulle idee e sui progetti, non sulle ideologie. In base alle proposte decideremo come muoverci, coerentemente con il nostro programma, la volontà dei nostri elettori, dei simpatizzanti e dei cittadini torinesi.

Il Movimento a 5 stelle viene collocato a sinistra, almeno nel sentore generale, ma la sinistra è spesso il vostro primo obiettivo polemico. Ma voi, nell’arco del consiglio comunale, dove vi piazzate? Con chi sperate di collaborare più proficuamente?

Noi siamo un movimento, non siamo né di destra né di sinistra. Come risposto nella domanda precedente, lavoreremo sulle idee, porteremo avanti il nostro programma e cercheremo di apportare il nostro contributo a quelle che saranno le istanze discusse nelle varie commissioni e in consiglio.

Un’altra domanda politica: visto l’indiscutibile successo, locale e nazionale, del Movimento a 5 stelle, quali sono le prossime tappe del Movimento e quali i suoi ulteriori margini di crescita?

Speriamo che continuino a nascere e rafforzarsi, come sta già accadendo, i gruppi locali sparsi per il territorio nazionale. Certamente il 2013 riserverà delle belle sorprese per noi, magari un po’ meno per la “casta”.

Ultima domanda, che presuppone – se possibile – una risposta secca: al ballottaggio per eleggere il sindaco di Milano, lei voterebbe Pisapia?

Non ho avuto il tempo e il modo per informarmi a sufficienza sui programmi delle parti in causa per poter dare un giudizio di merito. Certamente entrambi fanno parte di un sistema politico marcio, un sistema basato sui partiti che si è dimostrato più volte deludente e incapace di cogliere le reali istanze dei cittadini.