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Istituzioni e mondo economico ‘chiamano’ le forze dell’ordine per far partire la Tav. Audio

Redazione Quotidiano Piemontese

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Governo (sottosegretario alle infrastrutture, Bartolomeo Giachino), Regione (assessore ai trasporti, Barbara Bonino), Provincia di Torino (presidente Antonio Saitta) e Comune di Torino (sindaco uscente Chiamparino e sindaco entrante Fassino). Confindustria, associazioni di categoria di ogni genere e livello, Camera di commercio: tutti rappresentati di vertici. Si sono ritrovati insieme questa mattina al Centro congressi dell’Unione industriali di Torino per ‘convocare’ le forze dell’ordine, annunciare una lettera al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, chiedendo di far rispettare una decisione condivisa ad ampia maggioranza (“In tutta l’Europa interessata dal tragitto, da Lisbona all’est, sono contrari solo gli amministratori della Valle di Susa” è stato sottolineato).

L’incontro è servito soprattutto per ribadire e possibilmente far comprendere l’assoluta necessità di avviare i lavori per la Tav Torino-Lione, condizione necessaria – secondo tutti gli intervenuti, attori politici ed economici del territorio – per creare lavoro e crescita in un momento di crisi, per dare futuro a Torino, al Piemonte e all’Italia, che altrimenti verrebbero tagliati fuori da una linea di collegamento est-ovest. “Linea – è stato sottolineato – che comunque verrà realizzata, semplicemente tagliando fuori il Piemonte, e che rappresenta anche uno dei principali assi di sviluppo per l’intera Europa: restare tagliati fuori significherebbe condannare l’economia del territorio e di gran parte del Paese”.

Concetti sottolineati ormai da oltre un decennio (e a cui si risponde: “L’opera non ha giustificazioni economiche, è solo un grande affare e un grande spreco, con quei soldi si potrebbe fare sviluppo in modo più utile ai cittadini”) ma che, questo pare assodato per entrambe le parti in causa (sì e no Tav), che ora sono al punto di svolta definitivo: o si parte entro pochi giorni, addirittura poche ore, oppure salta tutto definitivamente.

E per questo viene invocato l’intervento – se necessario – delle forze dell’ordine per far rispettare la legalità: se l’Europa, un trattato internazionale tra Italia e Francia, il voto del Parlamento all’unanimità, la Regione e la Provincia sono tutti d’accordo sull’importanza di quest’opera, sarebbe contro la democrazia non riuscire a far rispettare questa scelta e questa decisione. “E chi si mette contro la legge – hanno sottolineato tutti gli interventi – lo fa sapendo che potrà subire conseguenze”.

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