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I primi 197 anni dell’Arma dei carabinieri. Ad Asti i festeggiamenti
Oggi l’Arma dei carabinieri di Asti ha festeggiato i suoi primi 197 anni. Una folla di autorità politiche, militari e non solo, ha partecipato ai festeggiamenti nella caserma del comando provinciale in via delle corse ad Asti assistendo, tra l’altro, all’assegnazione degli elogi militari a 14 carabinieri e all’intero nucleo operativo e radiomobile astigiano per l’alta professionalità e l’impegno sul territorio.
Letti i discorsi di Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica e Ignazio La Russa, ministro della Difesa che ha promesso grandi celebrazioni per il 200esimo anniversario della fondazione che cadrà nel 2014.
“Sono particolarmente lieto di portare il mio caloroso saluto a tutti i graditissimi ospiti, agli onorevoli parlamentari, al signor prefetto, riferimento insostituibile, al sindaco di Asti, al presidente della Provincia, a cui siamo riconoscenti per la vicinanza ed il sostegno, al vescovo, alla magistratura tutta, a cui ci lega un convinto spirito di servizio nella difesa del bene, a tutti i sindaci della provincia. Un benvenuto a tutte le autorità, ai rappresentanti del mondo produttivo, della scuola, della stampa, alle signore ed ai signori intervenuti”.
Questo il testo del discorso di Paolo Ferrarese, comandante provinciale dei carabinieri di Asti. Un lungo intervento che si è incentrato sulla gratitudine che l’Italia intera deve all’istituzione dell’Arma, ai suoi caduti sul campo, all’importanza del ruolo di ogni singolo militare che punta all’incolumità fisica e della proprietà, ma anche alla salvaguardia di un ampio panorama di interessi diffusi, dalla salute all’ambiente, dalla sanità dei cibi, alla sicurezza sui luoghi di lavoro, quale riferimento sociale che cerca di rispondere ai bisogni della comunità.
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“Dal 1 giugno del 2010 al 31 maggio del 2011, nell’ambito di uno scenario dell’ordine e della sicurezza pubblica che, pur evidenziando una generale contrazione dei delitti dell’8% circa, continua a presentare delicate soglie di attenzione perché condiziona negativamente gli indici di sicurezza percepita, i carabinieri del comando provinciale di Asti hanno proceduto per l’80% dei reati denunciati, traendo in arresto 246 persone e denunciandone circa 1600”. Così ha proseguito Ferrarese elencando dati sulla criminalità locale.
“I reati predatori, quelli che con eufemismo e discutibile definizione annoveriamo nella “microcriminalità’”, che maggiormente interessano la popolazione che legittimamente chiede di non trovare la casa svaligiata, di non subire scippi, di non essere truffata da impudenti delinquenti approfittatori delle fasce più deboli della popolazione, ma anche in questo caso la nostra risposta c’e’ stata: ad una diminuzione dei furti del 5%, sono state arrestate 68 soggetti, con un incremento del 27% (erano 52) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Lo spaccio di stupefacenti, che ha visto un preoccupante incremento (basti pensare ai 75 chilogrammi di sostanze stupefacenti sequestrate sempre nell’anno di riferimento, ai 23 soggetti arrestati ed agli oltre 50 deferiti in stato di libertà). Ne consegue quindi che anche la richiesta è aumentata, ci sono troppe persone, per lo più giovani, che fanno uso di droghe, prodotto diretto delle carenze etiche, sociali e psicologiche che rappresentano i connotati patologici della nostra società. L’immigrazione clandestina, con soggetti irregolari, spesso coinvolti in fenomeni criminali di varia natura e che creano allarme sociale. La prostituzione, non trascurabile in diverse zone del territorio e che crea sconcerto tra gli abitanti, nei cui confronti sono stati realizzati risultati soddisfacenti quantificabili in 18 persone arrestate per sfruttamento e favoreggiamento, 15 deferite in stato di libertà e 27 meretrici identificate. Inoltre, sono state elevate 166 contravvenzioni per inosservanza delle ordinanze sindacali”.
In conclusione, il comandante ha citato Corrado Alvaro, scrittore e giornalista del Novecento: “La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile”.
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