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Economia

Odissea De Tomaso: gli operai manifestano sotto la prefettura

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I 980 operai dello stabilimento ex Pininfarina della De Tomaso sono esasperati. E martedì, dopo mesi di incertezze, è esplosa tutta la loro rabbia. Da cinque mesi ricevono la cassa integrazione con gran ritardo e sull’avvio dell’attività produttiva del nuovo modello battezzato Deauville, un auto di lusso presentata a Ginevra, all’ultimo Salone, regna l’incertezza. L’azienda sembra infatti essere in crisi di liquidità, i fondi europei e regionali per i corsi di formazione sono sempre in attesa di sbloccarsi, e il “padrone” – beh – neanche lui sembra stare troppo bene. Questa mattina gli operai sono scesi di nuovo in piazza Castello, e dopo un presidio sotto la sede della giunta regionale (al grido di “la pazienza è finita”) hanno raggiunto la sede della prefettura, dove si è svolto un vertice sulla sicurezza presieduto dal ministro dell’Interno Maroni.

L’ultimo capitolo – prima di questa mattina – della tormentata vicenda De Tomaso è stato l’incontro (inutile), martedì, nella sede dell’assessorato regionale al Lavoro tra sindacati, Regione e Gian Mario Rossignolo, ovvero colui che ha acquisito lo stabilimento di Grugliasco e i suoi 980 operai dalla Pininfarina nel 2009. Un incontro finito male, letteralmente a calci e pugni operai contro la povera auto (proprio il gioiello di casa, una Deauville nera) del “padrone”, mentre quest’ultimo lasciava frettolosamente la sede dell’assessorato.

A calmare gli animi esacerbati da continue promesse e dilazioni nel tempo dell’inizio della produzione e dei pagamenti degli stipendi, Federico Bellono, segretario torinese della Fiom, che con un megafono ha arringato gli operai che bloccavano via Magenta a Torino. Mercoledì 8 è previsto un incontro tra Rsu e azienda a Grugliasco, giovedì ancora un vertice in Regione.

“La situazione – dice Benedetto Termine della Fim-Cisl – è di totale confusione. Non è chiara la posizione dell’azienda e anche quella della Regione Piemonte è interlocutoria”. Nel frattempo gli operai – dopo l’attacco alla Deauville – si sono organizzati in un corteo spontaneo, per raggiungere la principale stazione ferroviaria di Torino e manifestare sui binari di Porta Nuova, bloccandoli fino alle 21.

Paradosso dei paradossi, le parole di Rossignolo: “In queste condizioni non si può andare avanti. Le difficoltà che incontra chi vuole investire in questo paese sono enormi. Ha ragione Marchionne”. Sì, proprio il manager italocanadese, ad Fiat, che aveva rischiato a suo tempo di soffiargli l’ex Pininfarina da sotto il naso, e del quale aveva detto “Non sono come lui, io ascolto i miei operai”. In questi giorni Rossignolo ha affidato al figlio, numero due dell’azienda, la difesa del lavoro fatto finora: “Quanto abbiamo fatto in questi 17 mesi è frutto soltanto dell’impegno finanziario della mia famiglia. Perché le banche non ci hanno mai concesso un fido, neanche per anticipare crediti certi come la cassa integrazione straordinaria che ci viene versata dall’Inps”.

Proprio la questione della cassa è uno dei problemi che più affliggono gli operai, che da inizio anno non percepiscono più la cigs nei tempi concordati, con ritardi di almeno 10 giorni. “I fondi europei per la formazione sono finalmente stati deliberati – ha detto ancora Rossignolo jr – ma abbiamo perso nove mesi. Ora abbiamo bisogno di polizze assicurative per poterli escutere, ci stiamo lavorando. Sono fondamentali perché senza lavoratori preparati non possiamo allestire le linee. In tutto ciò a Regione Piemonte non ci supporta neppure sull’affitto”. Rossignolo si riferisce all’affitto dei muri dello stabilimento di Grugliasco, proprietà di una società controllata da Finpiemonte partecipazioni: “Abbiamo chiesto di posticipare il pagamento del canone, ma sono stati inamovibili”.

E la Regione? Dal canto suo l’assessore al Lavoro Claudia Porchietto “comprende l’esasperazione dei lavoratori, ma non giustifica in alcun modo gli atti di violenza”. D’accordo con lei anche Massimo Giordano, assessore all’Industria: “La situazione De Tomaso è una questione tecnicamente complessa che necessita della massima tranquillità delle parti per poter raggiungere una soluzione positiva. Atti come quelli avvenuti martedì sicuramente non aiutano a lavorare serenamente”.

Anche il neosindaco di Torino Piero Fassino è intervenuto oggi sulla vicenda: “È importante in queste ore sbloccare la cassa integrazione per i lavoratori così come è importante auspicare che trovino soluzione i problemi relativi agli avvii di nuovi investimenti”. Così l’esponente democratico al termine dell’incontro in prefettura con una delegazione di operai, insieme al presidente della provincia Antonio Saitta e al governatore Cota. Lo stesso presidente leghista ha chiesto che “vengano subito sbloccati i pagamenti sulla cig”.

LA STORIA RECENTE. Nel 2009 il marchio De Tomaso (nato a Modena nel 1959) viene acquistato dalla Innovation in Auto Industry Spa, dell’imprenditore torinese Gian Mario Rossignolo, proprietaria anche dello stabilimento ex Pininfarina di Grugliasco. Il 12 novembre 2009 cambia denominazione in De Tomaso Automobili Spa, con la presidenza affidata a Rossignolo. La ripartenza della produzione è tuttora prevista per il 2011: a regime, dalla fabbrica di Grugliasco, con le lavorazioni meccaniche e assemblaggio dei sottogruppi nella fabbrica di Guasticce in provincia di Livorno (ove sono stai riassorbiti dipendenti del vicino stabilimento Delphi) dovrebbero uscire 8mila vetture, di cui 3mila Suv, 3mila limousine e 2mila coupé.

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