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La guida completa ai referendum: i quattro quesiti, gli orari e le modalità di voto

Redazione Quotidiano Piemontese

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Ecco la nostra guida ai 4 referendum popolari sui quali siamo chiamati ad esprimerci domani e lunedì: i quesiti, le modalità di voto, gli orari. Un quadro completo per non avere alcun dubbio. La marcia di avvicinamento al raggiungimento del quorum sembra seguire il passo giusto. Nei tre rilevamenti odierni dei votanti sono andati al voto rispettivamente il 12,65%, 33,78% e   43,94 % in Piemonte. La soglia del 50% dei votanti dovrebbe essere raggiungibile nell’ultima giornata di voto in cui i seggi saranno aperti dalle 7.00 alle 15.00. 

I Quesito, Privatizzazione dell’acqua / scheda di colore rosso – «Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica». Il quesito mira ad abrogazione dell’art. 23 bis (dodici commi) della Legge n. 133/2008, relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica.È l’ultima normativa approvata dal governo Berlusconi: la legge Ronchi stabilisce l’affidamento del servizio idrico a soggetti privati attraverso gara o l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, all’interno delle quali il privato (scelto attraverso gara) detenga almeno il 40%. Le società miste collocate in Borsa dovranno diminuire la quota di capitale pubblico al 40% entro giugno 2013 e al 30% entro dicembre 2015. In pratica l’acqua resta di proprietà pubblica, ma gli acquedotti e i servizi idrici possono essere privatizzati. Lo ‘scontro’ è tra chi vuole che le risorse idriche restino al pubblico e chi crede nell’efficienza del mercato. Abrogare questa norma, secondo i promotori, significa contrastare l’accelerazione sulle privatizzazioni imposta dal governo e la definitiva consegna al mercato dei servizi idrici. La materia è complessa, perché ogni anno il dissesto del comparto idrico costa agli italiani 2 miliardi di euro: in Italia si disperde il 44 per cento dell’acqua potabile, percentuali che crescono esponenzialmente nelle regioni del sud. L’affidamento ai privati, è il ragionamento di chi non vota o vota no, servirà per rendere efficiente e migliorare il servizio.

II Quesito, Profitti sull’acqua / scheda di colore giallo – «Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito». Si propone l’abrogazione dell’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”. La parte di normativa che si chiede di abrogare, sostengono i promotori, è quella che consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio. Abrogando questa parte dell’articolo sulla norma tariffaria, si elimina il meccanismo – fare profitti sull’acqua – che ha aperto la strada ai privati nella gestione dei servizi idrici. Privati che, sostiene chi è contrario all’abrogazione, senza remunerazione dei capitali non avranno interesse a gestire il servizio e, soprattutto, a renderlo più efficiente, operazione evidentemente non riuscita con la gestione politica.

III Quesito, Energia nucleare / scheda di colore grigio – «Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare» è il titolo del referendum sul nucleare, riformulato dalla Corte di Cassazione alla luce delle norme introdotte con il decreto Omnibus. Si chiede di cancellare i commi 1 e 8 dell’articolo 5 del dl 31/03/2011 n.34 convertito con modificazioni dalla legge 26/05/2011 n.75. Chi vota sì vuole impedire che possano essere progettate, localizzate e realizzate in futuro nuove centrali nucleari sul territorio italiano. Chi vota no – e chi non vota – vuole mantenere l’attuale legge e quindi avere nuove centrali nucleari: il piano italiano prevede otto nuovi reattori in quattro nuove centrali. La questione del nucleare è annosa e complessa, implica ragioni economiche (gli altissimi costi per attuare il nucleare potrebbero essere riconvertiti in un piano energetico alternativo basato sulle energie rinnovabili) e ragioni di sicurezza (il territorio italiano è altamente sismico, l’incidente alla centrale giapponese di Fukushima è un campanello d’allarme difficile da ignorare, e rimane insoluto il problema delle scorie radioattive). Ma le centrali di nuova generazione sono sicure, secondo i favorevoli al nucleare, e l’energia nucleare importata da paesi confinanti come la Francia ha costi elevatissimi. Se il referendum non passa, il programma nucleare del governo potrebbe riprendere tra un anno (fine maggio 2012).

IV Quesito, Legittimo impedimento / scheda di colore verde – «Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale». Sulla legge in questione è già intervenuta la Corte Costituzionale, che ha affidato ai magistrati la “valutazione” della validità del legittimo impedimento opposto dal presidente del Consiglio o dai ministri alla presenza nell’aula di giustizia, mentre prima bastava una semplice autocertificazione. Comunque, voterà sì chi ritiene che il presidente del Consiglio o i ministri non possano anteporre i propri impegni istituzionali alla presenza in aula di giustizia dove sono imputati di reati non ministeriali, esattamente come capita a un cittadino qualsiasi in base al principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione. Voterà no chi pensa che la legge nella forma attuale sia equilibrata tra l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e le esigenze della governabilità. Riguardando una di quelle norme considerate “ad personam” per le esigenze giudiziarie di Silvio Berlusconi, evidentemente il sì o il no all’abrogazione di questa norma ha un forte peso politico, ma quello sul legittimo impedimento è forse il meno “sentito” tra i quesiti referendari.

COME E QUANDO SI VOTA

Le urne saranno aperte domenica 12 e lunedì 13 giugno. Il 12 si potrà votare dalle 8 alle 22, mentre il 13 le urne apriranno alle 7 e chiuderanno alle 15. Gli elettori devono presentarsi, con un documento d’identità valido e la tessera elettorale, presso la sezione elettorale indicata sulla tessera stessa. Il voto deve essere espresso con una X sull’opzione scelta in ciascuna delle quattro schede, una per ogni quesito. Come tutti i referendum abrogativi, bisogna votare Sì se si vogliono cancellare le norme al centro dei quesiti. Con la vittoria del No, le norme rimarrebbero vigenti. È possibile votare anche per un solo quesito.  Chi avesse smarrito la propria tessera elettorale potrà chiederne il duplicato agli uffici comunali, che a tal fine saranno aperti nei cinque giorni antecedenti l’elezione (vale a dire da martedì a sabato), dalle ore 9 alle ore 19, mentre domenica e lunedì, giorni della votazione, saranno aperti per tutta la durata delle operazioni di voto.

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