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Alessandria

Indagini ‘ndrangheta, primo interrogatorio per il consigliere Caridi che nega tutto

Redazione Quotidiano Piemontese

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Primo interrogatorio dal gip, oggi, per Giuseppe Caridi (nella foto), il consigliere comunale di Alessandria e Presidente della commissione Politiche del Territorio, arrestato martedì e poi trasferito al carcere di San Michele, insieme ad altre 18 persone nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo dopo l’operazione contro l’ndrangheta condotta dai carabinieri del Ros. Caridi è assistito dai legali Alexia Cellerino e Tino Goglino. E l’interrogatorio di garanzia di Giuseppe Caridi è durato circa mezzora. Il tempo di negare tutto, davanti al gip di Alessandria, Stefano Moltrasio. Ha ammesso di conoscere, ma solo superficialmente, tre delle persone arrestate in quanto residenti nella sua stessa zona. Il suo avvocato Alexia Cellerino ha spoiegato: “Nelle carte non ci sono intercettazioni dirette del mio cliente e Caridi non si spiega perché queste persone parlassero di lui nelle intercettazioni. Forse qualcuno millantava di conoscerlo o aveva intenzione di contattarlo”. Gli avvocati hanno presentato istanza di scarcerazione. Intanto il gip di Torino, Giuseppe Salerno, ha trasmesso l’ordinanza alla Prefettura di Alessandria: dovrà valutare e decidere se disporre la sospensione di Caridi dalla carica di consigliere comunale.

Bruno Pronestì, ritenuto il capo della ‘locale’ della ‘ndrangheta che aveva sede a Novi Ligure, non ha risposto alle domande del gip.

Intanto, sulla vicenda arrivano le prime reazioni: dopo oltre 24 ore parla anche il sindaco Piercarlo Fabbio, che si definisce “sgomento, allibito dalla vicenda nella quale è implicato un consigliere comunale. Non ho mai registrato il benché minimo segnale in questa direzione. Voglio comunque tranquillizzare gli alessandrini – aggiunge il sindaco – vigilerò ancor più verificando le nostre procedure che, peraltro, sono già severissime. Abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa con la Prefettura per migliorare i nostri percorsi antimafia. Oggi tracciamo tutti i pagamenti dei nostri appalti, fino al più piccolo subappaltatore”.

Nelle file dell’opposizione c’è chi, come Paolo Bellotti dell’IdV, chiede “un intervento del Prefetto e lo scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazione mafiosa”. Secondo Bellotti sarebbe necessario bloccare la terza variante al piano regolatore, quella per l’edificazione della collina di Valle San Bartolomeo e Valmadonna, “visto che è stata indirizzata da chi risultava affiliato alla criminalità organizzata”

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