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Cultura

Portici di carta, chiude la festa del libro

Davide Mazzocco

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La grande libreria all’aperto (ma al coperto) di Portici di carta ha appena chiuso i battenti e la sua nuova collocazione autunnale si è rivelata vincente. Merito di un’ottobrata (come dicono a Roma) eccezionale e dell’abbinamento con il cioccolato che ormai viene proposto ovunque vista la sua indubbia capacità di fare da “traino” di qualsiasi manifestazione. Ma la gente ha comprato i libri? Di certo c’è stata ressa agli stand dei 30 maîtres chocolatiers, favoriti dall’abbassamento delle temperature. Fra i bestseller, comunque, l’organizzazione segnala I bambini alla scoperta di Torino, di Guido Quarzo e del compianto Willy Beck, per quanto riguarda i testi per bambini, I pesci non chiudono gli occhi (Feltrinelli) di Erri De Luca, Da dove viene il vento (Einaudi) di Mariolina Venezia, intervenuta a Portici a parlare della sua città, Matera, La mia anima è ovunque sia (Mondadori) di Aldo Cazzullo, La verità del serpente (Marsilio) di Gianni Farinetti, più l’intramontabile Georges Simenon che sembra sia andato letteralmente a ruba. Ma, in epoca di tartufi, Portici di carta è anche l’occasione per fiutare, puntare e scavare nelle cassette dei librai dell’usato. Un esempio? Il sottoscritto ha trovato una trifula profumatissima, un Max Frisch fuori catalogo da troppo tempo che ora troneggia negli scaffali nobili della libreria domestica.

“La cultura ha la funzione di creare connessioni, di gettare ponti con il maggior numero di persone possibili, di superare gli ostacoli naturali che si interpongono fra il centro delle nostre città e le periferie – ha detto l’assessore alla Cultura della Città di Torino, Maurizio Braccialarghe, intervenuto in mattinata al dibattito dedicato agli scrittori che raccontano la periferia –. Iniziative proposte dalla Fondazione per il Libro come Portici di Carta, il Salone Internazionale del Libro e il Salone Off, assieme a realtà come il Circolo dei Lettori e la rete delle Biblioteche Civiche, devono unirsi in una strategia unitaria affinché Torino possa offrire un palinsesto di autori e libri lungo tutto l’anno sull’intero suo territorio. La cultura deve diventare sempre più un elemento cardine della trasformazione della nostra città, affinché il pubblico più ampio possibile possa avere a disposizione gli strumenti necessari a maturare liberamente le proprie scelte e orientamenti».

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