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Ambiente

Le stoppie del riso e le polveri sottili: un rischio da chiarire

Redazione Quotidiano Piemontese

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Il riso è ad oggi l’unica coltivazione a godere di una deroga per bruciare le stoppie. In passato è sempre stata negata una correlazione diretta tra le polveri sottili e la bruciatura delle stoppie del riso, perché in autunno di solito cresce il traffico, si accendono i riscaldamenti e diventa difficile attribuire separatamente il contributo dei roghi dal peggioramento della qualità dell’aria che si respira.

Quest’anno invece, complice un fine settembre e un inizio ottobre decisamente mite,  è diventato molto evidente l’impatto della bruciatura delle stoppie del riso. Nella zona delle risaie si sono sfiorati frequentemente il livelli di guardia di 50 microgrammi di polveri sottili per metro cubo arrivando a picchi di 150 microgrammi. Il problema è diventato visibile nell’opinione pubblica. L’on.Luigi Bobba sta portando avanti un’interrogazione provinciale a riguardo.
A Vercelli si riscontra un tasso di incidenza di leucemie e tumori polmonari  allarmante. I cittadini sono preoccupati. Non si tratta di discutere la coltivazione del riso o i risicoltori che da quasi mille anni  lavorano nel territorio.
Il problema è di chiarire le correlazioni fra epidemiologia e qunt oaccade nelle risaie perchè la risicoltura operi nel rispetto della salute di tutti.

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