Seguici su

Cittadini

La scuola media Calamandrei rischia lo smembramento, fra le proteste di genitori e insegnanti

Redazione Quotidiano Piemontese

Pubblicato

il

Due edifici poco distanti, un’unica scuola, una storia comune che presto la legge potrebbe separare. L’istituto Piero Calamandrei, scuola media torinese in zona piazza Guala, rischia di essere ‘tagliato a metà’ dalle ultime disposizioni sull’istruzione. A partire dal prossimo anno scolastico si prevede di smembrarlo in due realtà distinte, appartenenti a comprensori separati. Ma professori e genitori proprio non ci stanno: “Siamo una scuola unita nella progettazione e nella didattica – affermano – E’ assurdo dividerci, perché a farne le spese sarebbero i ragazzi”.

Tutto inizia la scorsa primavera, quando il decreto legislativo 98/2011, poi convertito in legge, stabilisce che “per garantire un processo di continuità didattica nell’ambito dello stesso ciclo di istruzione, la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di I grado”. Questa disposizione statale viene recepita dalla Regione Piemonte, che a sua volta passa la palla ai Comuni. Così la città di Torino decide di metter mano all’organizzazione delle scuole facendo una serie di accorpamenti. Il problema è che la Calamandrei ha due sedi: una in corso Benedetto Croce e una in via Nichelino. Con i nuovi piani i due edifici finirebbero in comprensori diversi: la prima sede farebbe corpo unico con la scuola elementare Collodi-Rodari, mentre la seconda andrebbe a unirsi all’istituto comprensorio di via Sidoli. Genitori e insegnanti chiedono che, se proprio si devono fare accorpamenti, almeno le singole scuole non vengano toccate. Una buona soluzione potrebbe essere unire tutta la Calamandrei con la Collodi-Rodari. Solo che per far questo servirebbe una deroga alle disposizioni regionali, che impongono un tetto massimo  di 1.200 alunni per ogni comprensorio. Insomma, un bel pantano burocratico.

I contrari alla divisione fanno notare che “esistono motivazioni di continuità didattico, territoriale e urbanistica”. Un esempio: il 95% dei bambini che escono dall’elementare Collodi-Rodari si iscrivono alla Calamandrei. Non solo: soprattutto c’è il rischio che lo smembramento spazzi via alcuni importanti risultati conquistati con fatica negli anni. La Calamandrei è una delle poche scuole torinesi a poter garantire, tra l’altro, un percorso di formazione musicale serio, con percorsi ad hoc, un’orchestra e un coro di ragazzi. Recentemente, grazie anche alla presenza di un gruppo di genitori affiatato, è stata costituita l’associazione Musica Viva Calamandrei, che ha proprio il compito di sostenere e promuovere i progetti musicali della scuola. Ma dal prossimo anno tutto questo potrebbe svanire nel nulla.

Per scongiurare la divisione, docenti e genitori hanno lanciato la petizione on-line Uniti per non dividere, cui finora hanno aderito quasi 600 persone. Hanno anche scritto una lettera indirizzata ai responsabili degli enti locali  E oggi pomeriggio si riuniscono a scuola per capire come comportarsi nei prossimi mesi.

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese