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Cronaca

Frode al fisco per oltre 17milioni di euro. Coinvolti due saluzzesi

Redazione Quotidiano Piemontese

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Oltre 17milioni di euro nascosti al fisco. Dopo due anni di investigazioni, i finanzieri di Saluzzo hanno scoperto  una frode, tra imponibili sottratti a tassazione e Iva non versata che coinvolge, a vario titolo, sedici società con sede in diverse regioni d’Italia e una coppia di saluzzesi. L’indagine delle fiamme gialle ha condotto alla denuncia di otto persone, tra le quali  una coppia di coniugi residenti nel saluzzese, ritenuti responsabili dei reati di dichiarazione fraudolenta, mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, emissione e registrazione di fatture false e riciclaggio.

L’operazione ha preso il via da accertamenti svolti dal nucleo di polizia tributaria di Forlì, a seguito dei quali sono stati comunicati alla tenenza di Saluzzo i nominativi dei due coniugi della zona, i quali risultano aver avuto un ruolo determinante nel trasferimento di ingenti somme di denaro confluite su conti correnti accesi presso istituti di credito della Repubblica di San Marino.

I nominativi segnalati da Forlì sono quelli dei titolari di imprese operanti nel settore del commercio all’ingrosso di materie plastiche, che acquistavano merci da aziende, principalmente del sud Italia, e commerciavano anche con società lombarde.

I primi approfondimenti svolti mediante le banche dati disponibili, hanno rivelato che alcuni tra i fornitori delle imprese saluzzesi, con sede nelle province di Napoli e Salerno, non avevano mai presentato alcuna dichiarazione d’imposta e risultavano del tutto sconosciute al fisco.

Sulla base degli elementi raccolti, sono state svolte 4 verifiche fiscali nei confronti delle imprese riconducibili ai due coniugi, nel corso delle quali è stata ricostruita la fitta dinamica di rapporti che collegava tutte queste aziende tra di loro.

I saluzzesi, in pratica emettevano fatture per operazioni inesistenti a favore di acquirenti residenti in Lombardia, fornendo a questi il mezzo per abbattere, a loro volta, imponibili ed evadere imposte e tasse. Il denaro, alla fine del circuito, veniva prelevato dai conti correnti e immesso di nuovo in circolazione.

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