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Cultura

E’ ancora il Belpaese? A Cinemambiente tredici risposte sullo stato dell’Italia

Davide Mazzocco

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Sono tredici le pellicole del Concorso Documentari Italiani, differenti per le tematiche affrontate, che offrono uno spaccato sull’Italia di oggi, e più in generale sulle condizioni ambientali del nostro pianeta. (R)esistenza di Francesco Cavaliere riporta lo spettatore a Scampia, nella Gomorra di Roberto Saviano, attraverso otto storie di resistenza quotidiana di chi lotta per non arrendersi al degrado e alla criminalità. Anche Campania In-Felix di Ivana Corsale si addentra nella provincia di Napoli, documentando le ecomafie e lo smaltimento dei rifiuti nelle mani della Camorra, con evidenti conseguenze non solo a livello ambientale. Sempre sul tema dei rifiuti, declinato in maniera molto diversa, è La crociera delle bucce di banana in cui Salvo Manzone mostra la battaglia di Aimée, anziana francese che da tanti anni vive sull’isola di Stromboli e lotta per diffondere una corretta gestione dei rifiuti sull’isola.

Con I morti di Alos, Daniele Atzeni realizza un documentario a metà tra realtà e finzione, che attraverso la vicenda del villaggio di Alos astrae un discorso generale sulle conseguenze causate dall’industrializzazione a danno della cultura pastorale. Christian Tito, con il suo I lavoratori vanno ascoltati, dà voce a tutti quei lavoratori che per anni hanno vissuto all’ombra dell’Ilva di Taranto, una delle più grandi industrie europee dell’acciaio, che da sempre devasta il territorio e le vite di chi lo popola.

Il consumo del suolo è l’argomento centrale di 40 passi – La verde Brianza e la città infinita, un film di Andrea Boretti sull’importanza di preservare gli spazi verdi in una delle province più urbanizzate d’Italia. Sono tre i film che trovano nell’acqua il loro denominatore comune: in The Well – Voci d’acqua dall’Etiopia, Paolo Barberi e Riccardo Russo raccontano la vita della popolazione dei Borana, in Etiopia, costretta a scavare pozzi nella roccia per poter garantire alla comunità l’accesso all’acqua. Lagunemine di Nicola Piovesan porta sullo schermo tre storie che raccontano tre modi diversi di vivere la laguna di Venezia, tra riti e antiche tradizioni che sempre più vanno scomparendo. L’acqua come risorsa fondamentale è anche la tematica affrontata da Ciar cumè l’acqua del Lamber, di Elena Maggioni e Hulda Federica Orrù: un film sul fiume Lambro e sul terribile incidente che nel 2010 ha intaccato questa indispensabile risorsa per la zona. Offre uno spaccato sul territorio milanese anche Fuori dal gregge, in cui i tre registi, Michela Barzanò, Emanuele Cucca, Cristina Meneguzzo raccontano l’esperienza dei pastori transumanti della Lombardia.

Marco Landini e Gianluca Marcon raccontano la singolare esperienza della Casa del Gufo in cui gli anziani abitanti hanno indetto una gara di bellezza decisamente particolare: questa la vicenda alla base di Ortobello – Primo concorso di bellezza per orti. Diverso è l’approccio di Michele Trentini in Piccola terra, un film che descrive in maniera quasi intima il rapporto con la terra e con il paesaggio che inevitabilmente cambia.

Good Things to Do di Barbara Ferrari esce dai confini italiani per portare sul grande schermo una realtà da cui prendere esempio: l’isola di Samso, in Danimarca, in cui è in atto una vera e propria “Green Revolution”.

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