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La ripresa della crisi è lontana per il Piemonte, ma l’export tiene

Redazione Quotidiano Piemontese

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Il Piemonte patisce più degli altri la crisi economica. Secondo il rapporto stilato dalla Banca d’Italia, che riporta le stime preliminari relative al Pil, la crescita regionale del 2011 è molto rallentata: +0,7% rispetto al +2% del 2010. Il rallentamento è stato molto forte nell’industria (+1,2% rispetto al +7,5% del 2010) ma ha interessato anche i servizi. La domanda interna è rimasta debole, i consumi delle famiglie hanno ristagnato: +0,3%, un punto in meno rispetto al 2010. L’unico impulso alla crescita è venuto dalle esportazioni, ma anch’esse sono in rallentamento. “E’ un quadro molto pesante – commenta Luigi Capra, direttore della sede di Torino della Banca d’Italia -. Le variabili macroeconomiche restano deboli, non vi sono segnali di recupero. L’unica nota positiva è rappresentata dalla domanda estera. E’ cruciale che Piemonte intercetti i mercati dove tale domanda si alimenta”.

Il Piemonte sopravvive grazie all’export, nonostante la produzione industriale rallenti e la disoccupazione e il ricorso agli ammortizzatori sociali da parte delle imprese aumentino. A dirlo è stata la ventesima edizione di ‘Piemonte in Cifre’, l’Annuario Statistico Regionale curato da Unioncamere Piemonte e che raccoglie le principali statistiche socio-economiche a livello regionale e provinciale. “Questo – sottolinea il presidente di Unioncamere Piemonte Ferruccio Dardanello – è il momento di uno scatto d’orgoglio reale di tutte le istituzioni. Questo è il momento di pensare allo sviluppo e a piani di crescita immediati per l’intero tessuto produttivo del nostro Piemonte”.

Nei primi 3 mesi del 2012, secondo i dati Istat, il valore delle esportazioni piemontesi ha raggiunto i 9,7 miliardi di euro, con un incremento del 5,1% rispetto allo stesso periodo del 2011. La crescita è di poco inferiore a quella riscontrata a livello medio nazionale (+5,5%). Il Piemonte consolida la quarta posizione tra le regioni esportatrici, con una quota del 10,2% dell’export nazionale. La crescita delle vendite oltre confine ha interessato, seppur con diversa intensità, quasi tutti i principali comparti.

Se il settore dei mezzi di trasporto, che genera circa un quinto delle esportazioni complessive, si è dimostrato stabile rispetto ai primi tre mesi del 2011, la meccanica, con una quota di poco inferiore al 21% dell’export piemontese, ha invece registrato una crescita tendenziale del 15,8%. Dinamiche fortemente positive hanno caratterizzato anche il comparto dei metalli (+12,6%) e i prodotti alimentari (+9,5%). Meno sostenuto l’aumento delle vendite oltre confine del settore gomma-plastica (+3,4%), mentre sono in leggera flessione le esportazioni del comparto tessile (-0,9%).

Quanto ai mercati di sbocco delle merci piemontesi, il bacino dell’Ue 27 ha attratto il 62,8% delle esportazioni regionali, contro il 37,2% dei mercati extracomunitari. La crescita è però risultata più intensa per le esportazioni dirette ai partner extra-Ue 27 (+8,5%) e meno sostenuta per quelle destinate complessivamente all’Ue 27 (+3,2%).

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