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Economia

La Regione Piemonte tenta una strada contro il default: tagliare 800 esuberi

Redazione Quotidiano Piemontese

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il

palazzo-giunta-regioneContro l’ipotesi del fallimento, la Regione Piemonte potrebbe mettere in campo un progetto che prevede 800 esuberi entro fine legislatura su un totale di 2 mila 400 dipendenti. Il documento, che vorrebbe lasciare a casa un terzo dei lavoratori della pubblica amministrazione è al vaglio della commissione che discute del buco dei conti regionali. In soccorso dei lavoratori sono intervenuti immediatamente i sindacati, che hanno annunciato uno sciopero per il 18 di aprile. Il progetto è presentato su Repubblica.it

TASK force regionale per evitare il fallimento è al lavoro: riunioni, documenti, ipotesi. Ma nel day after delle ammissioni e delle accuse, mentre il governatore consegna il suo sfogo a facebook (“Sì, sono preoccupato ma lo sono soprattutto per l’incoscienza di chi gioca a criticare e a ironizzare sul mio pallore ma non sa portare avanti una sola
proposta”), la Regione pensa a mettere in campo la carta degli “esuberi”. Sono quasi ottocento (su un totale di 2400) i dipendenti regionali che tra quest’anno e la fine della legislatura resteranno a casa. Per ora una proposta, contenuta in un documento recente di revisione della macchina regionale che Roberto Cota e l’assessore al personale e bilancio Giovanna Quaglia hanno consegnato nei giorni scorsi durante un vertice con i capigruppo per discutere del buco nei conti regionali. Creando l’evitabile panico di lavoratori e sindacati, che annunciano uno sciopero per il 18 aprile.

Nei prossimi tre anni – con una coda oltre il 2015 – il piano coinvolgerebbe 281 lavoratori, tra pre-pensionamenti, pensionamenti e altri che potrebbero essere accompagnati con un incentivo economico alla pensione se si applicherà anche per le Regioni la normativa pre-legge Fornero. Ulteriori 60 potrebbero essere spostati ad altri enti, ad esempio Comuni o Province, 100 potrebbero passare al telelavoro e 130 al part time. Oltre a questi ci sono i 198 precari che hanno, ormai pare certo, il destino segnato con la scadenza dei loro contratti a fine anno. Un totale di 794 dipendenti, di cui 140 perderebbero il posto già quest’anno. L’operazione vale un risparmio di 32 milioni nell’arco dei prossimi sette anni.