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Economia

Secondo la Banca d’Italia la crisi è meno dura in Piemonte per chi esporta

Redazione Quotidiano Piemontese

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banca-d-italiaBankitalia ha presentato il tradizionale rapporto sull’andamento dell’economia in Piemonte che stima per il 2012 un Pil regionale in calo del -2,3% in linea con la media italiana. Secondo i dati dell’indagine, per i prossimi mesi, nonostante una congiuntura che è rimasta negativa anche nella prima parte dell’anno in corso, le imprese stimano una stabilizzazione del ciclo economico con ricavi sui valori dello scorso anno sia per quelle del settore industria, sia per quelle attive nei servizi. Un segno positivo: indicazioni più favorevoli vengono dalla imprese orientate all’export. Dal rapporto emerge che in Piemonte la spesa in ricerca e sviluppo delle imprese è elevata, anche se inferiore alle regioni industriali europee più avanzate.

In Piemonte continua a ridursi il numero degli occupati. Nel primo trimestre del 2013 il calo è stato del 4,2%, con un’intensità superiore alla media italiana e del Nord Ovest. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto l’11,2% contro una media del 9,5% e del 12,8% delle regioni del Nord Ovest e dell’Italia e la cassa integrazione e’ tornata a crescere in tutte le sue componenti. Nel 2012, in Piemonte, gli occupati avevano registrato un calo dell’1,1% soprattutto nell’industria, il tasso di disoccupazione aveva raggiunto quota 9,2% contro il 7,6% del 201, la cassa integrazione ordinario un incremento dell’82,3%.

Il rapporto rileva che le difficoltà del mercato del lavoro si sono riflesse sul reddito disponibile e sui consumi delle famiglia. A risentirne, soprattutto la spesa per beni durevoli, mentre si è registrata una ricomposizione della spesa a favore dei consumi meno differibili nel tempo, come alimentari, abitazione, combustibili ed energia.

Per Luigi Capra, direttore della sede di Torino della Banca d’Italia: “Non si vedono per i prossimi mesi grandi segnali di miglioramento ma piuttosto una stabilizzazione sui livelli dello scorso anno. Un fattore rilevante, tuttavia, per la competitività dell’economia, resta la capacità delle imprese di innovare i prodotti e i processi e la propensione verso l’internazionalizzazione. Per questo export e innovazione anche in futuro dovranno essere le priorita’”. 

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