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Ambiente

Anche l’Isde di Torino è molto preoccupato per la situazione all’inceneritore del Gerbido

Redazione Quotidiano Piemontese

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lisdeDopo le denunce dei cittadini per le emissioni anomale dell’impianto dell’inceneritore del Gerbido scende in campo anche la sezione di Torino dell’Isde, l’International Society of Doctors for the Environment che attraverso la sua presidente Luisa Memore scrive:

In questi primi giorni del 2014, molti cittadini, residenti e non nei dintorni dell’inceneritore di Torino, avvertono una grande preoccupazione, mentre assistono impotenti alle emissioni di fumi dal camino, fumi che non fanno credere ai comunicati stampa tranquillizzanti di TRM in cui si parla di semplice vapore acqueo. A ciò si aggiunga l’ennesimo stop delle 3 linee avvenuto il 23 dicembre, giorno in cui le emissioni registrate di Polveri totali, carbonio totale ed ammoniaca – solo per citare alcuni parametri monitorati dalla stessa TRM – sono andate ben oltre i limiti consentiti dalla legge.

Noi dottori per l’ambiente dell’ISDE, Sezione Torino confermiamo questa preoccupazione sottolineando come l’incenerimento dei rifiuti non sia la scelta corretta di gestione del materiale di scarto. Gli inceneritori infatti, producono un’enorme varietà di inquinanti. Incenerire non vuol assolutamente dire far scomparire i rifiuti, ma trasformarli. Da una tonnellata di rifiuti si ottengono circa 3 quintali di ceneri tossiche (di tossicità superiore di un centinaio di volte rispetto al materiale di partenza) e queste devono poi essere smaltite. Inoltre è vero che nei moderni inceneritori diminuisce la concentrazione di inquinanti per metro cubo di fumo emesso, ma purtroppo questa è compensata dall’aumento del volume dei fumi, ciò alla fine li fa risultare anche più dannosi dei vecchi modelli.

Chiediamo quindi di applicare da subito la legge. La Commissione Europea ha pubblicato, nel 2012, un rapporto che compara la gestione dei rifiuti nei Paesi della UE con riferimento ai RSU (Rifiuti Solidi Urbani). L’Italia è agli ultimi posti.
La legge dice che i rifiuti devono essere gestiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza usare procedimenti che potrebbero recare nocumento all’ambiente. E’ ovviamente una legge inapplicata, così come il raggiungimento delle percentuali di raccolta differenziata. La gestione dovrebbe secondo la legge seguire principi di precauzione, prevenzione e sostenibilità. Solo alcuni Comuni rispettano tali direttive.

Al penultimo punto della gerarchia di gestione dei rifiuti compare “recupero di altro tipo” senza specificare il solo “recupero di energia”; quindi l’incenerimento non è il solo tipo di recupero. L’energia che si recupera con il riciclo è da 4 a 11 volte superiore a quella prodotta bruciando i rifiuti. Oggi abbiamo la possibilità di disporre delle “fabbriche di materiali” che separano e distinguono le varie tipologie di rifiuti, avviando al compostaggio la frazione organica e usando i residui per produrre un granulato che può essere riutilizzato.

Anche Paesi che si sono appoggiati agli inceneritori oggi li stanno abbandonando perché spingendo le pratiche di riutilizzo e recupero, non hanno più rifiuti da bruciare. Dobbiamo quindi prevedere anche noi nel prossimo decennio di non servirci più delle discariche e dell’incenerimento. L’obiettivo finale è quello di favorire la tutela della salute umana e dell’ambiente e quindi evitare di incenerire i rifiuti (anche nei cementifici) e così pure di conferire i rifiuti in discarica. Occorre gestire bene le risorse: i consumatori sono abituali a usare anche per breve tempo i prodotti e poi buttarli via. E’ un modello insostenibile per un mondo con risorse limitate e spazi finiti.

I produttori devono avere la responsabilità della scelta dei materiali, occorre ridurre gli imballaggi. I rifiuti poi non sono rifiuti ma materiale da reimmettere nel ciclo produttivo, tramite una buona raccolta porta a porta, degli impianti di compostaggio ben gestiti e l’incentivazione degli impianti a freddo. In definitiva, occorre razionalizzare la gestione del materiale. Ricordiamo infine che gli impianti di incenerimento, tuttora assistiti dal contributo economico (CIP 6) emettono particolato ultrafine il quale è stato recentemente dimostrato essere causa di tumore polmonare. A tal proposito, seguendo la nostra “mission” che comprende la difesa della salute dei cittadini, diffidiamo da scelte non sostenibili, per le quali speriamo non vi saranno assoluzioni politiche. Disponibili sempre alla democratica collaborazione, speriamo in un riscontro positivo a questo accorato appello.

Aggiornamento: E’ stata aperta una raccolta firme online per chiedere la chiusura dell’inceneritore.

Aggiornamento: A seguito dei nostri articoli Trm si è dichiarata disponibile a rispondere alle domande dei cittadini.

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