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Ambiente

Inceneritore del Gerbido a Torino: continuano fumi sospetti, odori nauseabondi e aria irrespirabile: i cittadini temono per la salute

Redazione Quotidiano Piemontese

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Inceneritore gerbidoSono state delle vacanze di Natale difficili per i cittadini che vivono intorno al discusso inceneritore del Gerbido a Torino. Gli abitanti del territorio che circonda l’inceneritore hanno dovuto di nuovo riscontrare a fine dicembre e inizio gennaio fumi sospetti, nuvole grigiastre, odori nauseabondi di plastica bruciata e di ammoniaca, aria irrespirabile sopratutto alla sera che Trm, il gestore dell’impianto, ritiene essere solo vapore acqueo, ma la popolazione non si fida per niente temendo casi di inquinamenti come all’Ilva di Taranto. E l’inceneritore continua ad avere problemi che hanno richiesto diversi fermi dell’impianto. I cittadini hanno raccolto materiale audio e video e chiedono di essere ascoltati per difendere la loro salute . Daniela Allotta, cittadina di Grugliasco, ha scritto una lunga lettera aperta agli amministratori pubblici, alle autorità di controllo, ai media e ai cittadini per raccontare dettagliatamente la situazione

Vi scrivo in riferimento ai problemi relativi all’inceneritore del Gerbido-Torino, uno dei più grandi impianti costruiti in Europa per bruciare rifiuti. Non avendo ricevuto soddisfacenti risposte alle mie precedenti invio la presente anche a giornalisti e redazioni, nella speranza che qualcuno si interessi alla questione. Sabato 28 dicembre dalla zona del Gerbido si sollevava una quantità incredibile di fumo. Dato che abito a Beinasco, cintura sud di Torino,  ho potuto notare che il grosso del fumo era prodotto dal camino dell’inceneritore ed andava a creare una nuvola gigantesca sopra il sito. Dalla parte bassa dell’inceneritore usciva del vapore acqueo, ma in quantità minori.

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La nuvola prodotta dai fumi non andava a diminuire e l’aria risultava particolarmente pesante ed irrespirabile. Al punto da provocarmi irritazioni,  bruciori alla gola, abbassamento di voce e fastidio a respirare. Ho quindi chiamato alle ore 23,12 il 118, che mi ha messo in contatto con una addetta Arpa, alla quale ho fatto le mie rimostranze. Stessa situazione e stessa scena si è ripetuta giovedì 2 gennaio 2014 e pure sabato 4 gennaio. I fumi  e l’aria irrespirabile erano tali che l’Arpa, allarmata dalle numerose telefonate, ha effettuato sopralluoghi a Beinasco. Purtroppo questa situazione si ripete tutte le sere. Ai fastidi respiratori, alla tosse allergica, al catarro, si aggiunge il male alla testa che non ti lascia mai e che arriva puntuale tutte le sere. Di giorno l’impianto fuma, ma in modo più discreto, anche se a volte il fumo esce copioso con un colore grigio, che spesso tende al grigio scuro. Così ristagna per ore e crea immensi ammassi nuvolosi nel cielo, che si mescolano alle nuvole naturali.

Nonostante le segnalazioni nessuno prende in considerazione il problema, né  gli amministratori né i mezzi di informazione. Per noi che viviamo a Beinasco la vita è diventata un incubo. E’ impossibile aprire le finestre per le puzze (spesso sentiamo odori di plastica bruciata o di ammoniaca) e l’aria schifosa. Ora dobbiamo assistere a questi spettacoli orribili, l’intera zona avvolta da fumi grigiastri, fumi che si mescolano al vapore acqueo e scendono sulle case, avvolgendo le abitazioni, la tangenziale…Sembra di vedere l’Ilva, tanto è osceno questo scenario.

A novembre abbiamo segnalato più volte la situazione e il 23 del mese le linee dell’impianto sono state spente  per una perdita di vapore nelle condotte ad alta pressione, con relativo sforamento dell’ammoniaca. A dicembre stessa situazione e stesse lamentele, ma il 23 dicembre TRM ci  informava che si trattava di banale vapore acqueo. Ovviamente tralasciando i fumi prodotti in quantità dal camino dell’inceneritore… Per ironia della sorte l’inceneritore si è guastato nuovamente proprio il 23 dicembre! Guasto con relativi sforamenti.

I guasti sono ben 9, con relative diffide da parte della Provincia e successive deroghe. Solo che l’inceneritore ha iniziato a bruciare rifiuti a maggio 2013, è rimasto fermo a giugno per i controlli sanitari su un piccolissimo campione di popolazione, mentre nei mesi di maggio, luglio e agosto ha funzionato pochi giorni, dato che era sempre guasto. Un vero record mondiale! Un tecnico mi spiegava che la presenza del vapore acqueo indica che l’impianto sta lavorando a pieno ritmo. Quindi significa che lavora più di notte che di giorno.

L’addetta Arpa il 28/12 mi ha inoltre confermato che le fasi più delicate sono quelle di spegnimento e di accensione dell’impianto, perché rilasciano maggiori sostanze nocive. Mi ha anche detto che l’inceneritore ha l’autorizzazione a non monitorare tali fasi. Quindi eventuali sforamenti  non sono considerati né rientrano nel conteggio degli sforamenti massimi consentiti.

Inoltre, consultando i Report di TRM, noto che ci sono dei giorni in cui le linee risultano tutte e tre spente (il 27 ottobre e il 15-16 novembre per esempio), senza la presenza di comunicati stampa da parte del gestore. Ovviamente sarebbe utile sapere il perché… Sta di fatto che dobbiamo aggiungere ulteriori spegnimenti/accensioni dell’impianto, con le conseguenze relative.

Faccio inoltre presente che:

Torino è una delle città più inquinate d’Europa, per la fonte OMS la peggiore in Italia (1100 considerate in tutto il mondo)
– alla data del 10 dicembre 2013 si sono registrati 11 giorni consecutivi di sforamenti del livello massimo di concentrazione del pm10 consentito dalla legge, con una media di 70,3 grammi su metro cubo, contro i 50 previsti dalla direttiva europea; nessun ente e/o amministratore ha preso provvedimenti
– per il PM2.5 il primato negativo in Piemonte va alla Provincia di Torino dove sono registrati valori medi ben al di sopra del limite di legge di 25 ?g/m3
– un nuovo studio ha esaminato le concentrazioni di polveri e ossidi di azoto (NOx) in relazione con la mortalità a lungo termine in 13 località europee. Lo studio, pubblicato su Lancet, indica che all’aumento di 5 microgrammi/metro cubo di polveri sottili il rischio di morire aumenta del 7%. Nel 2011 Torino è in testa con un valore medio di 35 ug/m^3
–  l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC)  dell’OMS ha classificato l’inquinamento atmosferico e le polveri sottili nel gruppo 1, tra i cancerogeni umani.

Esistono quindi dati oggettivi che testimoniano la situazione disastrosa della qualità dell’aria nella nostra Provincia. Perché si continua ad ignorare il problema? Come è possibile che le nostre amministrazioni e gli enti preposti rimangano indifferenti e non intraprendano alcuna azione per tutelare la nostra salute? Come è stato possibile costruire un inceneritore in una delle zone più inquinate d’Europa a poche centinaia di metri da insediamenti urbani, scuole, ospedali, il mercato ortofrutticolo, aziende di produzione latte e allevamenti di animali? Impianto che la Città di Torino, in deroga a tutti gli impegni presi, ha deciso di privatizzare, perdendo di fatto ogni tipo di controllo.

La zona del Gerbido risente anche di altri gravi fattori di inquinamento ambientale, prima di tutto la presenza della ex SADI Servizi Industriali, oggi Ambienthesis, che si occupa di smaltire rifiuti pericolosi. Azienda che doveva essere ricollocata prima della costruzione dell’inceneritore (protocollo d’intesa sottoscritto dalla Provincia e dai vari Comuni ed enti), che continua ad operare indisturbata. Azienda che si è pure aggiudicata la gara per il prelievo, trasporto e smaltimento delle scorie pericolose dell’inceneritore. Una beffa… In quale modo intende quindi operare la Città di Torino per salvaguardare la salute pubblica e rispettare gli accordi presi? Nella mozione N. 3, approvata dal Consiglio Comunale in data 16 gennaio 2012, l’amministrazione di Torino ricorda che la salute della popolazione deve essere tutelata in base all’art. 35 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, all’art. 32 della Costituzione della Repubblica e in base all’art. 9 dello Statuto della Regione Piemonte. Rammento che la mozione impegnava il Sindaco e la Giunta a contattare gli altri Enti Locali coinvolti ed intervenire presso la Provincia per sollecitare il rispetto del Protocollo d’Intesa firmato.

Faccio mie queste intenzioni e domando al Sindaco e alla Giunta della Città di Torino, agli enti locali e alle amministrazioni Comunali della Provincia, oltre che alla Provincia stessa, quanto è stato fatto in proposito.

In attesa delle vostre risposte chiedo a tutti notizie del Comitato Locale di Controllo.  Abbiamo trascorso e stiamo trascorrendo mesi difficili, tra guasti, “puzze” e problemi vari. Eppure il Comitato ha trovato il tempo di riunirsi solo due volte, a metà luglio e il 9 ottobre. Come mai? Dato che si tratta di un comitato costituito a tutela della salute dei cittadini e a garanzia del corretto funzionamento dell’inceneritore ha il dovere di svolgere il suo compito.

Aggiornamento: Comunicati non proprio rassicuranti arrivano ora anche dall’ISDE.

Aggiornamento: E’ stata aperta una raccolta firme online per chiedere la chiusura dell’inceneritore.

Aggiornamento: A seguito dei nostri articoli Trm si è dichiarata disponibile a rispondere alle domande dei cittadini.